Gli echi del tour letterario di Valentina Usala
Tottusinpari
11.11.2012
Diverse le tappe nelle associazioni sarde degli emigrati sostenute da Valentina Usala, alessandrina di nascita ma con la Sardegna nel cuore per presentare il suo libro “Passo a quattro mori” edito da Arkadia. Dopo il “Nuova Sardegna” di Peschiera Borromeo, il “Quattro Mori” di Livorno, il “Su Nuraghe” di Alessandria, il “Sardegna” di Bologna, il “Ponte fra Sardegna e Veneto” di Noale e il “Sardinia” di Grenoble, è toccato al circolo A.M.I.S. – Emilio Lussu di Cinisello Balsamo.
Dopo l’introduzione di Carla Cividini, Presidente del sodalizio dell’hinterland milanese, i giornalisti e scrittori Sergio Portas e Mariella Cortès hanno superbamente affiancato la Usala nel percorso dell’esposizione. Il tutto supportato da un filmato che riportava la storia e le peculiarità del paese natale per papà Salvatore, colui che ha dato voce e anima alla pena narrativa di Valentina. “Passo a quattro mori” è una testimonianza d’affetto per la Sardegna ed in particolare per quell’angolo sperduto ma incantevole nella provincia cagliaritana qual è Escalaplano. “Ad Escalaplano ho trascorso momenti di grande gioia e che vivono sempre nella mia mente” dice la Usala che rivela come è nata la pubblicazione “Passo a quattro mori”: “Germoglia sul finire dell’estate 2008, durante le vacanze in Sardegna. Giace come dattiloscritto per diversi mesi in un cassetto, che non riapro sino al tragitto natalizio ad Escalaplano dove incontro il sindaco Vincenzo Demontis. Gli parlo della composizione e mi richiede la bozza che viene analizzata dal professor Giuseppe Schiavone che con le sue parole d’incoraggiamento e i suoi consigli, mi ha seguito in questo progetto (Schiavone mi ha portato sino alla presentazione del libro ad Escalaplano alla Festa dell’Emigrato). Successivamente vengo interpellata dal dottor Riccardo Mostallino Murgia di Arkadia Editore di Cagliari, magnifica realtà editoriale, che m’informa che in accordo col comune di Escalaplano daranno alle stampe il libro. S’intavola così un iter del tutto imprevedibile per quel che era il frutto di un semplice tragitto descrittivo intriso di passione. La reminiscenza di un uomo emigrato, che per anni e anni enuncia i suoi trascorsi alla famiglia, come vicende che i nonni illustrano ai nipoti sulle loro ginocchia. Una lunga emozione di descrizioni del passato, che celano tra le parole, una sottile nostalgia per quel tempo che fu”.
Un libro d’amore, scritto con semplicità – evidenzia Sergio Portas, originario di Guspini, che scrive per la “Gazzetta del Medio Campidano” e dalla terra di Padania racconta la Sardegna – che però evidenzia e trasmette grande emozione. Mariella Cortès, nata a Desulo vive a Milano per lavoro da un anno e da poco ha scoperto il valore intrinseco del mondo dell’emigrazione sarda, sottolinea come si sia rivista in papà Salvatore nella dolcezza del racconto di Valentina. La Cortès abile e puntigliosa incalza la Usala interagendo fra l’altro con una platea attenta e partecipe nel “rileggere” attraverso la propria personale esperienza d’emigrazione questo percorso della memoria. Perché è questa l’espressione predominante della pubblicazione di Valentina Usala: uno sciame di ricordi che si ramificano, descrivendo luoghi e persone, gesti e sentimenti. Attraverso le memorie di un uomo oramai migrato da anni nell’Italia del nord, attraverso una serie di eventi bizzarri, simpatici, divertenti, malinconici, che descrivono pienamente e con vigore uno spaccato di una comunità rurale a cavallo degli anni ’60 del Novecento. Tra voglia di modernità e passione per il proprio sentirsi “diversi”, tra richiami al passato e alla tradizione e speranze rivolte al futuro.
La domanda esplicita della Cortès fa si che la giovane Usala interpreti il titolo della pubblicazione. Per “passo” possiamo intendere quello di un brano, una narrazione e i quattro mori custodiscono l’immagine integrale della Sardegna. E’ per me un racconto di Sardegna, quella che ho vissuto personalmente e per mezzo di fatti riferiti da mio padre. E poi equiparo questo libro ad un ballo paesano, di quelli che si fanno in cerchio, mano nella mano. Quest’immagine, insieme all’emblema della bandiera sarda che immortala i quattro mori, lo accosto al significato di “passo”. Valentina lascia il circolo di Cinisello Balsamo dopo la lettura del passaggio di chiusura del libro che ha fatto luccicare molti occhi per la commozione fra i presenti, con il suo scrigno interiore di sogni e speranze, ma con le idee chiare e ben visibili su un domani da disegnare con i colori che preferisce: lei si sente orgogliosa della sua sardità assimilata, quella che gli ha trasmesso dal giorno della sua nascita Torixeddu Usala, uno dei tanti emigrati sardi che con sacrifici enormi ha lottato quotidianamente per la sua serenità e quella della sua famiglia.
Massimo Perlato