Il secondo volume delle Feste in allegato con La Nuova
La Nuova Sardegna
Feste e sagre, suoni e colori di un’isola
15 giugno 2012
Delle “Feste e sagre in Sardegna” cui è dedicata la collana cha la “Nuova Sardegna” sta pubblicando nella sua Biblioteca, il secondo volume, che sarà in vendita domani in edicola insieme al giornale, “racconta” le manifestazioni che si svolgono nei mesi di settembre e ottobre. Siccome la Sardegna celebra feste e sagre durante tutti i mesi dell’anno, anche settembre e ottobre hanno le loro: ma sono, in proporzione, meno numerose che in altri mesi. Sagre e feste, infatti, sono legate a due principali cadenze temporali: quelle delle festività religiose, dislocate durante l’intero anno liturgico, e quelle dell’anno agrario, così come lo conosceva l’economia agro-pastorale dell’isola. Dei due mesi, settembre e ottobre, è poi settembre quello che ha, in proporzione, più feste: non foss’altro perché settembre segnava, un tempo, l’inizio dell’anno agrario (Capidanni è il suo nome nella lingua sarda) e allo stesso tempo una sorta di “tempo supplementare” rispetto alle grandi feste agostane. Questo secondo volume censisce una quarantina di feste, di cui 25 in settembre e 13-14 in ottobre. Alcune, poi, sono feste che possono essere celebrate in qualunque altro momento dell’anno, come, ad esempio, quei “matrimoni tradizionali” che esaltano, insieme, la gioia dello sposalizio e la bellezza del costume tradizionale (di festa, s’intende) indossato per l’occasione dagli sposi. Così, per esempio, questo secondo volume si apre con il secondo matrimonio tradizionale di Oliena, e dedica particolare attenzione al più famoso di questi matrimoni, quello selargino, ormai così famoso che spesso coppie di sposi scelgono di venire non solo da altri paesi dell’isola ma anche da paesi lontani per essere uniti qui in matrimonio (“uniti” è il termine più esatto, perché una sorta di catena lega gli sposi al momento del fatidico “sì”). Tra le feste di settembre spicca la processione a mare che si celebra a Bosa in onore di Nostra Signora de Sos Regnos Altos, la corsa degli scalzi a Cabras, Le Olimpiadi dei giochi tradizionali sardi a Sini, la festa dei Santi Cosma e Damiano a Tempio e Nuchis, la sagra del pane a Ozieri, la sagra della mandorla a Baressa, la sagra del ficodindia a Dualchi. Ma da qualche anno in qua settembre e il mese in cui si “aprono” le Cortes di Barbagia: “Cortes apertas” è infatti una serie di feste locali, collegate fra loro sotto il titolo di “Autunno in Barbagia”, in cui la tradizione celebra la propria continuità nel tempo con l’esposizione dei prodotti alimentari e artigianali del luogo, nella cornice di lieti banchetti in cui si mette a prova la straordinaria inventività della gastronomia isolana e si beve l’ultimo bicchiere del vino “vecchio”. A queste feste il libro dedica particolare attenzione: ci sono le Cortes apertas di Orani, Oliena, Austis e Bitti e, in ottobre, quelle di Dorgali e Meana Sardo. Tra le feste d’ottobre spiccano la festa “nuorese” di San Francesco di Lula, invocato un tempo anche come protettore dei “banditi”, la sagra delle castagne ad Aritzo, la recente celebrazione del “Porcino d’oro” di Arzana, la caratteristica fiera “La montagna produce” di Aritzo, “Sa innenna a s’antiga” di Sorgono. Ogni volume della collana, rilegato e illustrato da splendide fotografie opera di Antonio Meloni, è una vera festa per gli occhi: sfogliandolo si capisce perché lasardegna è terra di tante attrattive per chi viene da fuori e di tanta commovente ricchezza di ricordi per chi sta qui.
(Manlio Brigaglia)