Passo a quattro mori sulla Gazzetta del Sulcis-Iglesiente
Gazzetta del Sulcis
Giugno 2011
SARDEGNA IN LIBRERIA PIEMONTESE SULLA CARTA D’IDENTITA’, SARDA NEL CUORE “PASSO A QUATTRO MORI” DI VALENTINA USALA
Fresca determinazione, frutto di una giovinezza spensierata e di una caparbietà interiore straordinaria. Lei è Valentina Usala, alessandrina di nascita, ma con il marchio dei quattro mori ben impresso nel cuore. Un griffe talmente indelebile che la giovane Valentina ha scritto un libro “Passo a quattro mori” come testimonianza d’affetto per la Sardegna ed in particolare per quell’angolo sperduto ma incantevole nella provincia cagliaritana qual è Escalaplano. Valentina Usala, 24 anni, nasce e risiede a Tortona, trova sempre uno stimolo per proferire dolci lemmi della “sua” Sardegna e lo fa con un consapevolezza totale.
Ad Escalaplano ho trascorso momenti di grande gioia e che vivono sempre nella mia mente.
Continuamente solare e sorridente, Valentina mostra ombre sul suo viso quando le chiedo dei suoi studi.
Ho frequentato il liceo classico e studiato alla facoltà di Lettere Moderne, con indirizzo discipline dello spettacolo, dell’Università degli studi di Pavia. Ma poi nonna Leda si ammala gravemente. A quel punto decido di interrompere gli studi, per starle vicino: glielo dovevo, perché nessuno dei figli aveva la possibilità di assentarsi dal proprio lavoro. Ma a poco è servito: la sua morte è praticamente coincisa con la stesura finale del libro. L’ho dedicato fondamentalmente a lei, poi agli escalaplanesi e a tutti i sardi (e anche non sardi) che si discernono nei racconti. Una signora infatti mi ha detto: “Io non sono sarda, ho letto il tuo libro e ritrovo davvero tanto della mia infanzia, se pur trascorsa in Piemonte”. Infine al sardo più importante che conosco: mio padre. Grazie alle sue narrazioni ho sviluppato il libro.
Allora parlami di questa pubblicazione.
“Passo a quattro mori” germoglia sul finire dell’estate 2008, durante le vacanze in Sardegna. Giace come dattiloscritto per diversi mesi in un cassetto, che non riapro sino al tragitto natalizio ad Escalaplano dove incontro il sindaco Vincenzo Demontis. Gli parlo della composizione e mi richiede la bozza che viene analizzata dal professor Giuseppe Schiavone che con le sue parole d’incoraggiamento e i suoi consigli, mi ha seguito in questo progetto (Schiavone mi ha portato sino alla presentazione del libro ad Escalaplano alla Festa dell’Emigrato). Successivamente vengo interpellata da Riccardo Mostallino Murgia di Arkadia Editore di Cagliari, magnifica realtà editoriale, che m’informa che in accordo col comune di Escalaplano daranno alle stampe il libro. S’intavola così un iter del tutto imprevedibile per quel che era il frutto di un semplice percorso della memoria intriso di passione. La reminiscenza di un uomo emigrato, che per anni e anni enuncia i suoi trascorsi alla famiglia, come vicende che i nonni illustrano ai nipoti sulle loro ginocchia. Una lunga emozione di descrizioni del passato, che celano tra le parole, una sottile nostalgia per quel tempo che fu.
Questo è ciò che la casa editrice ha scritto come sinossi, nella quarta di copertina del libro: “Un percorso nella memoria. Uno sciame di ricordi che si ramificano, descrivendo luoghi e persone, gesti e sentimenti. Attraverso le memorie di un uomo oramai migrato da anni nell’Italia del nord, ecco svolgersi sotto i nostri occhi una serie di eventi bizzarri, simpatici, divertenti, malinconici, che descrivono pienamente e con vigore uno spaccato di una comunità rurale a cavallo degli anni ’60 del Novecento. Tra voglia di modernità e passione per il proprio sentirsi “diversi”, tra richiami al passato e alla tradizione e speranze rivolte al futuro, “Passo a quattro mori”, il romanzo dell’esordiente Valentina Usala, vuole essere un omaggio alla sua terra, ai suoi abitanti, ad un luogo che si può solo amare e sentire nel cuore”.
Spiegami il significato del titolo?
Per “passo” possiamo intendere quello di un brano, una narrazione e i quattro mori custodiscono l’immagine integrale della Sardegna. E’ per me un racconto di Sardegna, quella che ho vissuto personalmente e per mezzo di fatti riferiti da mio padre. E poi equiparo questo libro ad un ballo paesano, di quelli che si fanno in cerchio, mano nella mano. Quest’immagine, insieme all’emblema della bandiera sarda che immortala i quattro mori, lo accosto al significato di “passo”.
E’ un fiume in piena Valentina, il suo peregrinare fra ricordi ed aneddoti legati all’isola, riempirebbero senza indugio pagine intere. Parla della sua grande passione per la scrittura e come è nato tutto questo: dal racconto nel 2003 “Filla de nemusu” generato per il concorso indetto ai tempi del liceo all’aspirazione colossale di rivelare quanto la Sardegna ha saputo tramandarle.
Quel racconto – sottolinea Valentina con orgoglio – è stato presentato dal Comune di Castelnuovo Scrivia che lo ha messo in vendita. Il ricavato ho deciso di donarlo al reparto di senologia dell’ospedale di Tortona. Le copie vendute ad Escalaplano hanno contribuito all’acquisto di un defibrillatore cardiaco alla Croce Verde. E’ il cuore grande della nostra giovane protagonista che riesce a disegnare anche le virtù della Sardegna. Una terra che strega! Adoro la gioia di vivere del suo popolo come il desiderio radicato di mantenere in vita le tradizioni e le proprie radici.
Ma non è tutto oro ciò che luccica …
E’ innegabile che gravano anche molte problematiche su questa regione, molto spesso trascurate. Penso alla questione odierna dei pastori che lottano per il loro futuro e la loro dignità di uomini. E il lavoro che manca e i giovani che sono costretti ad emigrare.
E proprio discorrendo di emigrazione, concludo quest’incontro con Valentina.
Sono socia del circolo “Su Nuraghe” di Alessandria dove ho contribuito recentemente per la presentazione di un libro.
Ti piacerebbe promuovere “Passo a quattro mori” nei circoli?
Sarebbe fantastico! E per questo devo ringraziare Beniamino Ghiani e il circolo “Nuova Sardegna” di Peschiera Borromeo che mi hanno già dato questa opportunità. A fine giugno lo farò anche ad Alessandria.
Valentina: desideri e progetti futuri?
Giungere alla laurea ed essere sempre attiva e propositiva. Continuare a scrivere – dopo una breve pausa forse scaramantica aggiunge – perché ho in cantiere un secondo libro. Mettere nero su bianco, seppur su uno schermo astratto di un pc, mi trasmette una sensazione elettrizzante.
Salutiamo Valentina con il suo scrigno interiore di sogni e speranze, ma con le idee chiare e ben visibili su un domani da disegnare con i colori che preferisce: lei si sente orgogliosa della sua sardità assimilata, quella che gli ha trasmesso dal giorno della sua nascita Torixeddu Usala, uno dei tanti emigrati sardi che con sacrifici enormi ha lottato quotidianamente per la sua serenità e quella della sua famiglia.
Massimo Perlato