“La bella virtù” su Introspectif
Autore: introspectifelisa
Ho 30 anni e leggo da sempre. I libri sono il mio passatempo e la mia passione.
CONSIGLI
La bella virtù
“Come sei arretrata, Mamma! Non sono più i tuoi tempi, siamo negli anni ’50, oggi la donna lavora, come te lo devo dire?”
Pag. 111
TRAMA:
Seguito de “Gli ingranaggi dei ricordi”, in queste pagine ritornano i giovani Felice e Maria Ausilia nel periodo del loro fidanzamento e poi del lungo matrimonio. Mentre la figlia Carla rievoca la malattia e la morte del padre, Kevin, suo figlio, studente universitario, dedica la propria tesi magistrale alle vicende della famiglia del nonno materno, ricostruendo intrecci tra casate più o meno nobili del napoletano e dell’avellinese e indagando sul legame di parentela tra il nonno Felice e il santo Giuseppe Moscati. In questa nuova puntata di una saga famigliare che si dipana nel periodo tra il dopoguerra e i giorni nostri, attraverso plurime voci narranti, conosceremo sempre più a fondo i personaggi di questo potente e sapiente affresco. Felice, giovane intelligente e volitivo ma dal carattere aspro; Maria Ausilia, che si rivela una ragazza e poi una donna molto determinata, con un sentimento ambivalente verso il fidanzato e poi marito, che ama ma con il quale ha un rapporto conflittuale. E poi Carla, molto legata al padre, del quale tuttavia non ignora i limiti e che segue con grande pietas durante la sua malattia. Infine, Kevin, studente un po’ riluttante e scettico, ma impegnato con successo nel ricostruire la storia famigliare. Ancora una volta Marisa Salabelle riesce a costruire un’epopea di affetti affascinante e ricca di profondità.
RECENSIONE:
Un ritratto famiglia che trascende lo spazio e il tempo. Quattro voci narranti che si alternano e che pitturano con colori vivaci le peripezie dei personaggi di Felice e Maria Ausilia, già conosciuti ne “Gli ingranaggi dei ricordi”. Il primo volume presentava infatti il loro fatidico incontro, un’unione che avrebbe cambiato le sorti di molti protagonisti di questa saga famigliare. In questo romanzo viene quindi approfondita la storia di questi due innamorati, ormai anziani, la cui vicenda è narrata in parte anche dalla figlia Carla, che con tenerezza descrive Felice in questo modo:
“Era l’uomo che amavo, l’uomo della mia vita. Certo, avevo mio marito e mio figlio, e amavo moltissimo anche loro, ma con mio padre non c’era gara. E dire che non era neanche particolarmente amabile: non importa. Mi bastava vederlo là, sulla sua poltrona, le mani piene di macchie, il viso ancora bello, il neo in rilievo sotto l’occhio destro che era diventato un’escrescenza un po’ ripugnante, le labbra sottili, la sigaretta in mano, per sentirmi stringere il cuore”.
Carla racconta infatti con pathos la malattia del padre, che soffre di tumore al pancreas, descrivendo la sua decadenza, la sua disabilità e la difficile accettazione di questa situazione, del tempo che passa e della paura di perderlo. Ai capitoli narrati da Carla si alternano le voci di Maria Ausilia e di Felice ai tempi della loro giovinezza e la loro storia pare quasi un romanzo di formazione: il loro amore adolescenziale, fatto di timori e di prime volte, le disparità quasi abissali tra i due (lui religiosissimo e devoto, lei femminista convinta), distanze intellettuali che li condurrano comunque ad amarsi alla follia. Un altro personaggio pittoresco e simpatico che viene riproposto ne “La bella virtù” è il giovane Kevin, questa volta alle prese con la tesi per la sua laurea magistrale. Incoraggiato dalla madre, per l’appunto Carla, e dal suo professor Mencarelli, questa volta dovrà indagare la relazione tra il nonno Felice e il santo Giuseppe Moscati, medico e fisiologo italiano, beatificato e poi fatto santo alla fine degli anni ’80. Come per la tesi precedente Kevin inizierà la sua indagine quasi svogliatamente ma finirà presto per appassionarsi “La bella virtù” attraversa la Storia, percorre un lungo arco di tempo che dura più di cinquant’anni, fino ad avvicinarsi alla recente pandemia del Covid, che abbiamo vissuto con paure e difficoltà. Un affresco vivido e brillante che esplora tanti sentimenti ed emozioni.
Elisa Giulia Agosteo
La recensione su Introspectif