“I giorni pari” su Ex Libris 20
I giorni pari
“Mi insegni a scrivere bene? Così faccio bella figura a scuola. Se m’insegni, non te ne pentirai, ti mostro un posto che non hai mai visto di sicuro”.
Ci porta così, in un posto visitato mille volte eppure inedito, Maria Caterina Prezioso con il suo romanzo I giorni pari, edito da Arkadia. Già autrice di narrativa, poesia e teatro, Prezioso ci regala forse la sua narrazione più intima, aprendo una finestra sulla vita di due adolescenti, Sara e Silvana che vivono i loro anni più fulgenti con il riverbero delle bombe, la paura dell’oppressore e quel costante senso annichilimento che solo la guerra può portare.
Sara è una ragazzina ebrea che sfugge la deportazione trovando riparo in un piccolo borgo di Sperlonga presso una famiglia che l’accoglierà e nella quale, inaspettatamente, troverà l’amore passionale che la porterà ad essere una donna. Silvana invece è di Val Melaina, una borgata romana, ma vede trascorrere il tempo dalle vetrate del Forlanini, il sanatorio di Roma, nel quale si trova a causa del secondo flagello che accompagna ogni conflitto, la malattia.
Le avventure di una sono lo specchio delle esperienze e dei riti iniziatici dell’altra, i passi ineludibili di ogni adolescenza. La guerra irrompe ma è vissuta con la percezione di un suono di ritorno, ovattato e lontano.
“Una settimana dopo gli Alleati bombardarono Roma. 19 luglio 1943. Nel pomeriggio Pio XII si recò di persona a consolare e benedire la popolazione del quartiere San Lorenzo, devastato dalle bombe. La paura mi prese, non sapevo come mettermi in contatto con i miei. Pregai Giuseppe di trovare un modo, ma lui alzò le spalle e si chiuse in un cupo silenzio.”
Sara.
“Quei mesi del 1941. Il mio primo anno di sanatorio. L’Italia era in guerra, ma di quella guerra al Forlanini se ne parlava di rado. Tutti noi eravamo impegnati in un’altra guerra. Ada la chiamava – la guerra di tutte le guerre. Combattiamo per la vita. La guerra del Duce lasciamola a quelli di fuori. Lasciamola a loro, a loro che si pensano sani e hanno paura di noi”.
Silvana
Sara e Silvana, Silvana e Sara, due esistenze marginalizzate nel periodo più feroce della storia moderna ma che con le loro voci in alternanza danno i contorni delle vite che in quegli anni combattono, cedono, si spezzano, si arruolano nella Brigata Ebraica, diventano partigiane.
“Una mattina dei primi di maggio del 1948, erano passati tre anni, arrivò in paese un uomo che chiese di incontrarmi, lo aveva portato Italo via mare da Gaeta”.
Ci vedemmo al Belvedere. Al suo fianco c’era una donna molto bella. Gli occhi di Rodolfo brillavano finalmente di felicità.
“Sara, prima di andare te la volevo presentare. Lei è Ada Sereni. Ada ha coordinato in questi anni l’immigrazione clandestina ebraica verso Israele.” La donna mi abbracciò come fossimo sorelle. Ci sedemmo a guardare il mare. “Sì Sara, e partenze per Israele sono cominciate da aprile dello scorso anno. Alcune navi partono dal molo di Gaeta, altre dall’altra estremità del golfo, verso Gianola. Abbiamo dovuto fare molta attenzione, gli inglesi sono contrari ovviamente, ma presto, molto presto, è questione di giorni, forse solo di ore diventeremo una Nazione e non potranno più opporsi”.
Una stagione che torna con la puntualità dell’esistere e del morire, scelte che non vivono come un’eco lontana, ma che si concretizzano nel qui e nell’ora. Oggi per l’appunto.
A mezzo di una lingua asciutta e priva di sbavature, Prezioso ci regala una, anzi due storie destinate forse ad incrociarsi a mezzo di una lettura fluida, che ripercorre i grandi eventi, i nomi che li hanno determinati e i sogni infranti e poi riacciuffati di due vite ancora acerbe che hanno calcato gli anni più bui del secolo breve. Nei giorni in cui si è consumato tutto, il genocidio e la resistenza, la burocratizzazione delle deportazioni e la rivoluzione, la morte inflitta e la vita alla quale ci si aggrappa. Sempre e nonostante tutto.
“La mattina del 20 giugno 1960 mi alzai come sempre. Cominciava ad albeggiare, lui mi raggiunse e mi riportò a letto, era ancora presto, facemmo l’amore mentre il sole spuntava davanti a noi.”
Angela Vecchione
Il link alla recensione su Ex Libris 20: https://lc.cx/Ksizze