“Il desiderio imperfetto” su Letteratitudine News
IL DESIDERIO IMPERFETTO di Sebastiano Martini (Arkadia)
“Il desiderio imperfetto” di Sebastiano Martini (Arkadia)
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Sebastiano Martini nasce a Parma nel 1978, città dove vive e lavora come avvocato civilista. Ha pubblicato i romanzi Covadonga (Edizioni Leucotea, 2019), La notte dell’acqua alta (Edizioni Ensemble, 2020), Stato passivo (Edizioni Ensemble, 2021), Il mare delle illusioni (Arkadia Editore, 2023), proposto al Premio Strega 2023 da Giovanni Pacchiano, finalista al Premio Letterario di Salsomaggiore Terme e 3° vincitore del Premio Byron di Porto Venere, il saggio narrativo In Costa Azzurra con Fitzgerald – Le illusioni perdute della Riviera (Giulio Perrone Editore, 2024).
Il nuovo romanzo di Sebastiano Martini si intitola Il desiderio imperfetto (Arkadia Editore, 2025). Abbiamo chiesto all’autore di parlarcene…
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«L’idea alla base del mio romanzo», ha detto Sebastiano Martini a Letteratitudine, «era quella di raccontare un sentimento con il quale, in qualche misura, tutti noi lottiamo quotidianamente o, comunque, vi abbiamo avuto a che fare: l’ambizione, in tutte le declinazioni che ad essa conseguono.
É la storia di due bambini, compagni di classe alle elementari, che per una coincidenza del caso si trovano a specchiarsi l’uno nell’altro in una certa attitudine alla sensibilità artistica. Fabrizio matura in sé la convinzione di voler diventare uno scrittore, mentre Enrico sa che la sua strada sarà quella dell‘arte visiva. Crescono insieme, la loro formazione si consuma in parallelo, ma nei caratteri si intravede la loro diversità e la narrazione si concentra sulle vicissitudini di Fabrizio. Egli si imbatte nelle contraddizioni del mondo editoriale, una balena che lo inghiotte e ne consuma i resti a poco a poco.
Sebastiano Martini
L’ambientazione è quella di un piccolo borgo affacciato sul mare, sopra un promontorio incastrato tra Liguria e Toscana. Montemarcello è un luogo quasi mistico, incontaminato, distaccato dalla realtà; non a caso è anche il posto prescelto da uno scrittore di grande fama, per riflettere, davanti al tramonto di un’esistenza.
Il romanzo è strutturato in trenta brevi capitoli che non seguono un ordine cronologico. Ognuno di essi rappresenta in fondo una scena conclusa, autonoma, che potrebbe reggersi con le proprie gambe, sebbene intrecciata alle altre. Ci sono espliciti riferimenti letterari, tra cui l’omaggio a uno scrittore che ha davvero contribuito alla mia formazione letteraria. Raffaele La Capria, l’autore di un romanzo per me imprescindibile, Ferito a morte. In un capitolo de Il desiderio imperfetto egli si incontra con il suo vecchio amico, lo scrittore tanto ammirato da Fabrizio che si trova a Montemarcello. In una giornata d’estate i due anziani letterati scherzano e, come bambini, giocano a provocarsi, ma forse quello è anche il modo di marcare le differenze tra essi, tracciare il bilancio delle loro vite.
In una società come quella attuale, nella quale sono più gli scrittori dei lettori e molto spesso questi ultimi altro non sono che aspiranti del primo gruppo, ho tentato dunque di raccontare una storia che, dietro il pretesto di una critica verso il mondo dell’editoria, ponesse al lettore qualche interrogativo su cosa si nasconda davvero dentro l’ambizione di ognuno. Una pulsione, questa, forse nella maggioranza dei casi mossa soltanto dalla velleità che, in un noto dizionario della lingua italiana, viene appunto definita come un desiderio imperfetto.»
Un brano estratto da “Il desiderio imperfetto” di Sebastiano Martini (Arkadia)
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Con la pancia tutto è più difficile. Alzarsi dal letto; lavarsi, soprattutto le parte intime; vestirsi; allacciarsi le scarpe; salire e scendere i gradini di casa; percorrere le vie che dal borgo portano a Villa De Petri.
L’ultima fatica è passare attraverso il varco nella recinzione del giardino ma, per fortuna, la rete metallica è tagliata, su un lato per circa un metro e alla base che, interrata, non lascia intravedere a occhi distratti la sottile apertura. È ancora così, com’era stata manomessa molti anni prima da lui ed Enrico.
Deve mettersi in ginocchio, sporcarsi, premere con la mano e attraversarla appoggiato sui gomiti, come un soldato. Con la pancia tutto è più difficile, anche perché l’ultima volta che Fabrizio ci era passato il suo ventre non era così gonfio.
Adesso è all’interno della proprietà e non si preoccupa di richiudere quel transito, perché sa di essere solo. Vincenzo De Petri, il grande scrittore, non può essere a casa, ne è sicuro.
Segue lo stradello che porta all’ingresso e si lascia a destra la villa tutta vetri e vedute sul mare. Le bocche di lupo del seminterrato sono chiuse, sigillate da sbarre di ferro. Prosegue nel giardino su un ciottolato pedonale costeggiato da piante d’olivo, di mirto, rosmarino e alloro. Ne avverte il profumo, non può ignorarlo anche se la sua mente è altrove.
Arriva a destinazione, sullo strapiombo, dove ritrova il tavolino quadrato di marmo cementato a terra e due sedie in ferro battuto; rimane in piedi, si sporge e alza lo sguardo.
L’alba è ancora dietro la collina alle sue spalle ma già irradia luce sull’abisso di pace che riempie lo spazio. L’aria morde e salmastra entra nel naso, prende il posto della macchia mediterranea e gli lascia credere, ancora una volta, di trovarsi sulla prua di una nave.
Tiene in mano il manoscritto del romanzo, l’unica copia rimasta, dopo aver cancellato con cura dal computer tutte le altre versioni esistenti, comprese le e-mail inviate. Sfoglia alcune pagine e sorride mentre guarda le osservazioni e i commenti a margine di Ines. Lei non si troverebbe d’accordo, ma oramai Fabrizio ha deciso.
Carica all’indietro il braccio destro, con la mano che trattiene i fogli di quasi un’esistenza, ma ciò che vede ferma il rovescio avvenire. Nel mare, piatto davanti ai suoi occhi, sta per succedere qualcosa. L’acqua prende a ribollire, si gonfia e per la seconda volta nella sua vita accade che la natura interferisca nei suoi piani. Proprio lì, nello stesso luogo di trent’anni anni prima, da quell’affaccio di promontorio incastrato tra Liguria e Toscana.
Era bambino quando accadde l’altra volta, era con Enrico. A dieci anni non comprendi cosa sia giusto e cosa sbagliato e non puoi sapere che entrare nella proprietà altrui è reato.
Quante probabilità ci sono di avvistare una balena dalla costa in quel tratto di mare Ligure?
La schiena grigia affiora come terra che emerge; è ricoperta di incrostazioni, di macchie irregolari; si inarca fino a mostrare l’enorme pinna caudale che, sospesa nel tempo di un ricordo, si alza per poi ricadere piatta sulla superficie dell’acqua. Il cetaceo genera un moto ondoso lungo, prima di inabissarsi e scomparire, mentre lascia il suo unico spettatore nel dubbio che quel balenottero fosse lo stesso della prima volta.
Intanto l’alba di settembre diviene mattina che si riflette sulle onde e Fabrizio non sa più cosa deve fare.
(Riproduzione riservata)
© Arkadia Editore
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La scheda del libro: “Il desiderio imperfetto” di Sebastiano Martini (Arkadia, 2025)
Montemarcello è un piccolo borgo posato sopra un promontorio, incastrato tra Liguria e Toscana, affacciato sul mare. Lì vivono Fabrizio ed Enrico, amici fraterni, cresciuti insieme nell’incanto della natura che li circonda, accomunati dall’attitudine alla sensibilità. Enrico sa, fin da bambino, che diventerà un artista mentre Fabrizio, quasi per caso e a seguito di un episodio familiare – di quelli che deviano il corso delle cose –, si immerge prima nella lettura e poi nella scrittura. Cresce così in lui la consapevolezza di voler diventare uno scrittore. Nel suo percorso di formazione scopre la grande letteratura fatta di ombre venerate e distanti, come quella di Vincenzo De Petri, il famoso autore che trascorre le sue estati in paese, e si imbatte nella figura di Ines, una donna anticonformista, giornalista e critica letteraria, che si offre di aiutarlo a trovare un editore per il suo romanzo. Le ambizioni di Enrico, sospinte dalla sua intraprendenza e capacità di ignorare gli sgambetti della vita, paiono concretizzarsi, mentre i sogni di Fabrizio, più introverso e poco incline a muoversi dal paese, si frantumano nella complessità del mondo editoriale. Una storia di amicizia e di crescita, sullo sfondo di un paesaggio placido e incontaminato.
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Massimo Maugeri
Il link alla recensione su Letteratitudine News: https://tinyurl.com/2rs67hab