“La vita in più di Marta S.” su SoloLibri
La vita in più di Marta S. di Paola Musa
Arkadia editore, 2024 – La storia di una donna che attraversa i secoli e il tempo, in pagine tutte dedicate alla lussuria e popolate da una babele di personaggi, a cavallo fra la realtà e la finzione romanzesca.
Con La vita in più di Marta S. (Arkadia editore, 2024), Paola Musa confeziona un romanzo bellissimo, pieno di storie, dove lei ha vissuto come testimone di tante vite, di amori famosi (Abelardo e Eloisa) e riferimenti letterari (la Lolita di Nabokov) anche se ci sono raffinatezze di pittori (Balthus). Moltissimi i nomi, come quello del Marchese de Sade; tanto che l’autrice alla fine scrive un glossario, per i tanti nomi citati.
Si sente tutto lo studio che la scrittrice ha fatto per imbastire una storia reale e una inventata, che sono la stessa cosa perché la vera letteratura è finzione, sempre. Partiamo da Marta Sacchi, ingegnere che lavora sul cybersesso, che abitava a Roma ma ora vive a Torino e una sera la palazzina dove abita esplode, ma lei si salva e finisce in ospedale dove conosce un infermiere, che lei chiamerà Virgilio. Marta ha la possibilità di vivere molte vite.
Ma qui è a spasso nel tempo, come testimone della lussuria in qualsiasi epoca, anche se in mente resta viva la sua permanenza a Versailles. Il sesso, per Paola Musa, è uno strumento di conoscenza e quindi non ci sono resoconti dettagliati di atti sessuali, c’è solo il piacere di rendere omaggio alla sensualità al femminile.
Tornando a noi, Marta deve trovare un albergo per passare la notte, la casa è inagibile e l’infermiere carino la ospiterebbe a casa. Lui dovrà dormire sul divano. Ma Marta continua a vivere da lui e il ragazzo ritorna nel suo letto, troppo perbene anche per toccare con la mano di Marta. Che ha scelto il monachesimo e la castità, perché di sesso virtuale o meno ne ha fin sopra ai capelli. Questo è un tocco “geniale” di Paola Musa: i due ragazzi vivono insieme ma inizialmente come fratello e sorella, poi scatta la passione e noi facciamo il tifo per loro, che facciano l’amore ovunque. L’autrice a un certo punto prova a dare rilievo a un realismo che a noi lettori non serviva più di tanto, ma poi si capisce che è un modo per andare verso la fine, che non diremo.
Scrittura di grandissimo pregio, levigata, senza un goccio di volgarità gratuita, e poi un desiderio quasi “didattico” di scrivere di sesso e di amore che rapisce il lettore. Potrebbe essere un libro vincente, ma i più vogliono capire fino in fondo se le pagine sono troppo “scandalose”.
Vincenzo Mazzaccaro
Il link alla recensione su SoloLibri: https://tinyurl.com/5dkk9h77