“Un bambino sbagliato” su Leggere:tutti
Il bambino sbagliato di Giovanni Lucchese è più che giusto
Guardare in faccia la propria infanzia, spesso un abisso di risentimenti e brutti ricordi, richiede un coraggio che manco l’incredibile Hulk. E Giovanni Lucchese, assai attivo sui social come ironico recensore di profumi (cercate il reel dove ne recensisce uno che si chiama Sadonaso!), ha scritto e pubblicato un gioiellino, che ha uno dei tanti pregi nella brevitas che però può anche diventare un dispetto al lettore, tanto è godibile e lieve. Si vorrebbe andare oltre, leggere di più, non lasciare il piccolo protagonista alle prese con una famiglia che è quel che è, con una figura di nonna che si avrebbe proprio voglia di conoscere. Si tratta di Un bambino sbagliato, nella pregevolissima collana Sidekar di Arkadia editore. Un romanzo che andrebbe fatto leggere a scuola, perché nessun bambino deve sentirsi sbagliato, perché è in quella sua unicità che risiede la meraviglia in grado di fornirgli il propellente utile all’esistenza. Il rischio poteva essere l’acrimonia o la lagna, Lucchese ha raccontato, in una riuscita prova di autofiction, la sua infanzia con levità e invidiabile capacità di sorridere anche degli aspetti meno gradevoli.
Quali sentimenti o ricordi ti ha sbloccato la stesura di questo romanzo?
Tantissimi. La cosa più bella è che mi ha rimesso in contatto con alcune persone, parenti e compagni di scuola, che avevo un po’ perso lungo la strada. Mi sono ricordato di quanto siano importanti le nostre radici, di come sia necessario ricordarsi sempre da dove si è venuti, anche quando ci troviamo a mille chilometri da casa. Questo libro suscita in me una reazione davvero strana: se lo leggo ad alta voce mi viene da ridere e mi commuovo nello stesso momento, ci sono dei racconti che mi mettono davvero in difficoltà a doverli leggere di fronte ad altre persone.
Quali sono le reazioni invece di chi lo sta leggendo?
Per ora spettacolari. Molto più di quello che mi aspettavo. Ovviamente parlo delle reazioni di persone che non conosco. Sai com’è, le opinioni di amici e parenti raramente sono obiettive, ho imparato col tempo ad apprezzarle ma a dare loro il giusto peso. Persone a me sconosciute mi hanno detto di averlo trovato il mio romanzo migliore, lasciandomi incredulo. Forse perché scriverlo è stato un processo per me naturale, non associo questo romanzo a ore e ore di duro lavoro, quindi mi aspettavo un’accoglienza più tiepida.
A mio avviso andrebbe fatto leggere nelle scuole medie e superiori, pensi che farai incontri?
È uno dei miei sogni, credo che la mia casa editrice ci stia lavorando.
Sei soddisfatto della tua evoluzione di scrittore e della tua collocazione editoriale?
Ho iniziato per gioco, scrivevo Pop Toys senza neanche immaginare di vederlo pubblicato un giorno. La mia strada è stata costellata di magnifiche sorprese, grandi soddisfazioni, qualche passo falso e la giusta dose di delusioni. Ci sta tutto, oggi mi sento sicuro e fiero, so cosa posso aspettarmi e conosco le illusioni a cui è meglio non dare ascolto. Arkadia è una casa editrice che osservo da tempo, la collana Sidekar è piena di autori rivoluzionari, sperimentali, coraggiosi e di grandissimo talento. Per me, farne parte è un vero onore.
Mariano Sabatini
Il link alla recensione su Leggere:tutti: https://bitly.ws/3bqcW