Il sorriso di chi ha vinto
La notte dell’uomo che non crede in niente
La lastra di pietra sistemata sul marmo come una lapide a terra è abbastanza ampia da accogliere due corpi. L’uomo che non crede in niente ha fatto incidere sulla superficie una civetta. Il disegno è rozzo, ma è esattamente come lo desidera l’ospite che sta per arrivare.
“Chi vuole credere si lascia ingannare facilmente”, pensa.
Sente una corrente d’aria gelida.
Se entrasse vento nella cappella allora si potrebbero ascoltare anche da fuori gemiti e grida. Dovrà controllare. Scruta il pentagramma sulla fronte della testa di capra in porfido porpora. Anche questo simbolo gli è stato richiesto in modo esplicito. Così come il coltello di ossidiana che ha avvolto in un panno di velluto verde smeraldo. Non sa chi sia l’ospite che sta per arrivare, ma gli hanno detto che è un provinciale e per uno che è cresciuto in provincia il mondo reale non è mai abbastanza grande da soddisfare la sua fame d’infinito. Lo sa perché anche lui è un provinciale. La sensazione di freddo aumenta e l’uomo che non crede in niente si stringe nella tunica nera. Gli sembra di respirare meno bene. Riconosce prima vagamente e poi in modo sempre più chiaro la tensione che gli sta attraversando il corpo e che cerca di tenere a bada. L’unica volta che ha provato un’emozione così intensa aveva dodici anni, rinchiuso dopo il tramonto in una cappella del cimitero tra i lumini rossi accesi. Dev’essere una specie di regressione, perché sente la stessa terribile paura.
“È impossibile”, pensa. Nessuno prova da adulto il terrore disperato dei bambini.
Smette di guardare gli occhi della capra, illuminati da due lampade di vetro all’uranio che diffondono luce verdastra nella cappella. Per il provinciale ha costruito una scenografia da film dell’orrore ma ora gli pare di esserci caduto dentro.
“Forse sono diventato troppo sensibile”, pensa, soprattutto per quello che accadrà stanotte. Meriterebbe una condanna eterna, se ci fosse un Dio. Ma per sua fortuna, l’uomo che non crede in niente non crede in niente.