“Nulla d’importante tranne i sogni” su SicilyMag
Dalla Romania post-Ceaușescu di Vincenzo Fiore all’abbattimento dello stigma psichiatrico di Barbara Giangranvè
Le letture consigliate da Salvatore Massimo Fazio dal 5 al 18 settembre 2023
BLOG La speranza si afferma nei libri copertina con la Romania post-Ceaușescu nel romanzo di Vincenzo Fiore e la disamina sui nuovi manicomi di Barbara Giangranvè. Curiosità per le nuove prove della messinese Nadia Terranova, della palermitana Rosalia Messina e dell’ex Premio Strega Emanuele Trevi. A metà mese torna il “Termini Book Festival”, IV edizione del festival ideato e diretto dallo scrittore termitano Giorgio Lupo
Dopo il caldo devastante che ha messo a rischio la comunicazione della nostra Sicilia col resto del mondo… (ma questa è un’altra storia, o forse no?), rieccoci con “Massimo Volume”, il blog di consigli per la lettura. Una cosa è certa, se il caos aeroporti fosse andato ancora avanti, le difficoltà per far giungere i libri in tempi puntuali sarebbe stata notevole. Ma bando alle notizie sempre più dolorose, ristoriamoci con le nostre segnalazioni letterarie da martedì 5 a lunedì 18 settembre e annunciamo, dal 15 al 17 settembre, la IV edizione del Termini Book Festival: Giorgio Lupo e Fabrizio Melfa ripropongono la bellezza di un festival tra i migliori della Sicilia con ospiti eccellenti e grandi sorprese: imperdibile!
Buona scelta e buone letture, ci rivediamo il 19 settembre!
Le uscite di martedì 5 settembre
Sualzo, Dove c’è più luce, Tunuè
Il signor Voynich è un apprezzato libraio antiquario, la cui vita è stata sconvolta dall’abbandono della moglie che, dopo un’amnesia, lo ha dimenticato. Il signor Voynich trascorre perciò le sue giornate spiando la moglie e cercando di farle tornare la memoria. Reso cinico da ciò che gli è successo durante la vita, l’uomo è scortese con tutti, salvo con suo nipote Carlo e con Anna, l’anziana assistente della sua libreria. Un giorno, però, entra in negozio una ragazza che vorrebbe stimare un libro, e il signor Voynich, per quanto cerchi di mascherarlo, resta colpito da lei.
Silvia Di Natale, Una donna nell’ombra. Le memorie di Gina Lombroso, Clichy
Essere la figlia di Cesare Lombroso, l’antropologo, psichiatra e criminologo di fama mondiale: questo è Gina. Lei cresce a Torino, nell’ambiente anticonformista della colta famiglia ebrea, e a dodici anni inizia ad aiutare il padre nel suo lavoro di studioso e divulgatore. Gina ha capacità intellettuali non comuni, eppure i genitori tardano a riconoscerle, tanto sono abituati a ritenerla soltanto una bambina buona che si prende cura degli altri. Gina vorrebbe studiare Medicina, ma finisce per iscriversi a Lettere, perché lo studio della Medicina è considerato disdicevole per una ragazza come lei. In questa scelta risiede tutto il suo dramma: abituata com’è a subordinare le proprie esigenze a quelle degli altri, pur di non dispiacere nessuno. Una condizione che si porterà dietro tutta la vita, anche con il marito Guglielmo Ferrero. Con questo libro, Silvia Di Natale inventa un nuovo modello di romanzo storico e ci restituisce le vicende personali di un’intellettuale eccezionale eppure così tanto vicina a noi.
Claire Kohda, Cronache della mia fame, HarperCollins
Lydia ha fame, ha ventitré anni da molto tempo e ha sempre voluto provare sashimi, ramen, onigiri con umebosh… tutto quello che suo padre amava mangiare. E poi ancora gelati, torte e gli ortaggi coltivati dagli altri artisti come lei, nel complesso di loft in cui dovrebbe solo lavorare, ma in cui segretamente vive. Eppure, Lydia non può mangiare nessuna di queste cose. Il suo corpo non funziona come quello degli altri. L’unica cosa che riesce a digerire è il sangue, ma procacciarsi sangue fresco di maiale a Londra – dove si è trasferita da quando si è separata dalla madre, vampira pure lei – sembra oltremodo complicato. Per non parlare di tutti gli umani che conosce e che sarebbero le sue prede naturali. Ma Lydia non se la sente di nutrirsi di loro e finisce per passare le notti a fare binge watching di Buffy The Vampire Slayer e video di ragazze che mangiano su YouTube, e a riflettere sul suo vero posto nel mondo.
Andrea Levi, Genetica dei ricordi. Come la vita diventa memoria, Il Saggiatore
Sappiamo che nel DNA sono conservate e tramandate informazioni importantissime riguardanti il nostro aspetto fisico e le nostre funzioni strutturali, ma c’è di più. Andrea Levi, neurobiologo, ha indagato i processi per cui anche la memoria è strettamente legata al DNA. Noi siamo i nostri ricordi e i ricordi di chi ci ha preceduto: ciò che ricordiamo è connesso agli avvenimenti vissuti in prima persona ma anche alle vicende che hanno interessato i nostri antenati. Un viaggio affascinante alla scoperta di quanta parte della nostra memoria ha componenti genetiche.
Claude Lévi-Strauss, Dal miele alle ceneri, Il Saggiatore
Il cibo, il fumo. La sensualità, la spiritualità. La natura, la cultura. Con Dal miele alle ceneri Claude Lévi-Strauss continua la sua analisi delle opposizioni simboliche dell’umano attraverso lo studio di miti e leggende degli indios sudamericani. Una prosa poetica, ricca e varia, che va oltre la sfera della sensibilità – crudo e cotto, fresco e putrido, secco e umido – per approdare a un momento fondamentale della storia occidentale: quello in cui il pensiero mitico, raggiungendo la sua espressione più alta, è sul punto di risolversi nella riflessione filosofica e scientifica.
Silvia Calderoni, Denti di latte, Fandango
Denti di latte, romanzo d’esordio di Silvia Calderoni, racconta il tempo dell’infanzia, quello dei denti di latte e dello stupore, un tempo che non passa, si dilata, invece, come in un incantesimo. Agli occhi della protagonista di questa storia la realtà si profila come uno spaventoso oggetto di indagine, nulla è in fondo come sembra, tutto va studiato, analizzato, sezionato.
Fabien Grolleau e Thomas Brochard-Castex, Grande Oceano, add editore
Un evento catastrofico ha causato lo sprofondamento delle terre e ha dato vita a un nuovo continente, indiviso e acqueo, chiamato «Grande Oceano». Forse, nonostante le onde popolate da mostri marini e le tante società galleggianti, la terraferma esiste ancora. Un graphic novel, a metà tra incisione e gekiga, che parla di speranza a dispetto della fine imminente, e anche di amore tra padre e figlio, tra passato e futuro.
Francesco Pacifico, Il capo, Mondadori
Un romanzo che, nell’età del quiet quitting e delle grandi dimissioni, indaga il modo in cui sta mutando il nostro rapporto con il lavoro. Protagonista è Gaia, che ha subìto un abuso sul lavoro e che, durante una passeggiata notturna, racconta a Francesco cosa è accaduto. Da anni Pacifico si occupa attraverso la scrittura di decostruire il privilegio di classi e di genere, e questo romanzo è un punto essenziale della sua ricerca perché riflette sul potere, sul desiderio e sulla manipolazione, sia questa intellettuale o economica, oppure ancora letteraria.
Vincenzo Latronico, La chiave di Berlino, Einaudi
In questo romanzo di formazione, personale e generazionale, Vincenzo Latronico narra una storia che è anche europea. «Nessun’altra città è così piena di vuoto»: alle soglie del nuovo millennio i grandi vuoti storici di Berlino si riempiono con i sogni di un’intera generazione che da tutta Europa si è trasferita qui. Molti sono naturalmente anche gli italiani, fra i quali Vincenzo Latronico, venuto qui più che ventenne e senza una vera ragione, e che parlando di Berlino finisce per parlare di una generazione tutta.
Emanuele Trevi, La casa del mago, Ponte alle grazie
Dopo la vittoria nel 2021 dello Strega con Due vite (Neri Pozza, 2020), Emanuele Trevi torna in libreria con il romanzo suo più personale. L’occhio è puntato sulla sua famiglia, e in particolare su suo padre Mario Trevi, celebre e riservato psicoanalista junghiano. Per il figlio Emanuele, il padre è il «mago», un guaritore di anime. Alla sua morte lascia in eredità un appartamento-studio che nessuno vuole acquistare, e nel quale il figlio decide di trasferirsi, in un’atmosfera inquieta e feconda. In questo modo prova a sciogliere (o ad approfondire?) l’enigma del padre.
Le uscite di mercoledì 6 settembre
Christiane Vadnais, Faune, Codice
Siamo in un mondo distrutto da inondazioni e inquinamento, e popolato da un parassita che uccide le creature che attacca. La natura, in questo panorama, è rigogliosa e brutale, e allo stesso tempo affascinante e terrificante; elimina i confini con l’uomo e ne invade ogni spazio. La biologa Laura si muove tra fiumi che straripano, sotto lune verde tossico, tra villaggi ricavati da relitti di imbarcazioni e persone divenute oramai ibridi tra umano e animale. La missione della biologa è catalogare queste nuove forme di vita, e comprendere una natura che, per sopravvivere al cambiamento climatico, impone il proprio stato selvaggio. In questa sensuale e onirica opera di climate fiction, che ricorda quelle di Jeff VanderMeer, Christiane Vadnais ci mostra un ipotetico futuro non molto distante.
Viktor Šklovskij, Rozanov dal libro “L’intreccio come fenomeno di stile”, Wojtek
Il formalismo russo, di cui Viktor Šklovskij è considerato fondatore, ha contribuito a produrre, agli inizi del Novecento, uno sguardo che interroga la letteratura dall’interno: la domanda non afferisce più al significato dell’opera, ma al modo in cui è stata realizzata. Šklovskij isola un elemento, l’intreccio, e vi dedica una ricerca che durerà tutta la vita. L’intreccio ha una funzione ambivalente: è la somma dei procedimenti di costruzione dell’opera e la disintegrazione della fabula; è un «fenomeno di stile» e, allo stesso tempo, il principio di manipolazione e assoggettamento del materiale di cui l’opera si compone. Nei testi del saggista, scrittore e filosofo religioso Vasilij Vasil’evič Rozanov (1856-1919), Šklovskij intravede una forma nuova: una prosa «senza intreccio», in cui l’autore sconfessa i temi tradizionali dei classici russi e, attraverso l’utilizzo del frammento, arriva a rivelare i procedimenti della letteratura e che coincide con il tentativo di «uscire dalla letteratura», di liberare, cioè, il materiale dagli automatismi della finzione letteraria. Rozanov, la cui stesura avviene negli anni appena successivi alla Rivoluzione d’ottobre, è il quarto titolo della collana Ostranenie.
Le uscite di venerdì 8 settembre
Daniel Clowes, Patience, Coconino
Patience è un meraviglioso compendio di tutto il percorso artistico di Daniel Clowes che arriva in libreria in una nuova edizione arricchita da una lunga intervista all’autore, una raccolta di disegni inediti. Un libro d’amore e di viaggi nel tempo, tra noir e fantascienza retrò, che si interroga sui grandi temi esistenziali. «È innegabile che dobbiamo includere Clowes in quel novero di autori americani che tra la fine del Novecento e l’inizio di questo secolo hanno reinventato l’immaginario suburbano americano come un luogo dell’anima, come se non ci fosse nemmeno da raccontare la distruzione di un sogno, ma solo il tentativo di abitare certi incubi» (dalla postfazione di Veronica Raimo).
Vincenza Alfano, La guerra non torna di notte, Solferino
L’esistenza di Cenzina è segnata fin dall’adolescenza: cresciuta da uno zio ricco che trova per lei un buon partito, sarà moglie e madre nella Napoli borghese. Eppure, per via dell’abbandono materno, l’inquietudine devia continuamente la traiettoria e diluisce le piccole felicità quotidiane. Quando arriva la guerra, suo marito Pasquale sembra avere tutte le risposte: si tratta di prendere le parti dei più forti, i fascisti, e poi di sopravvivere indenni al conflitto. È per questo motivo che si trasferiscono in una casa più sicura davanti al mare. Ma nell’estate del ’43 il destino li raggiunge nella forma di due aviatori polacchi ed ebrei caduti con l’aereo. Cosa fare: condannare due esistenze o rischiarle tutte?
Fabrizio Tavernelli, Quando gli alieni rapivano le mucche, Oligo Editore
Uno sguardo allucinato su una provincia in declino. Un cammino iniziatico e visionario che dà vita a una nuova forma di fantascienza. L’io narrante viaggia stando fermo, in uno spazio interstellare fatto di costruzioni postmoderne, consorzi agrari, rustici in rovina e figure aliene. Citazioni letterarie raffinate si fondono con immaginari della cultura pop e underground, ma anche con il sapore naïf della grande pianura. Non senza un umorismo dal retrogusto tragico, scopriremo quanto possa essere alienante un paesaggio di solito rassicurante, a cui occhi nuovi e liberi assegnano nuovi codici e nuovi significati.
«In fondo ho sempre osservato le mutazioni del territorio attraverso le visioni della fantascienza. Prima la mia cameretta era piena di ritagli di giornale che documentavano avvistamenti UFO, oggi vedo atterrare dal nulla solidi, parallelepipedi, monoliti che si materializzano nelle campagne. Hub di logistica completamente robotizzati, nessun umano intorno, soltanto fantasmi di animali selvatici» (Fabrizio Tavernelli)
Claude AnShin Thomas, Una volta ero un soldato. Dall’orrore del Vietnam all’incontro con il buddhismo, Il Saggiatore
Arruolatosi volontario per la guerra in Vietnam a soli diciassette anni Claude AnShin Thomas è stato responsabile della morte di molte persone e della distruzione di interi villaggi. Come altri veterani di guerra, dopo il suo ritorno a casa da eroe pluridecorato, non è stato capace di reintegrarsi in una società indifferente alla salute psicologica di chi aveva vissuto gli orrori della trincea: “Ero stato addestrato a uccidere e non mi avevano mai aiutato a essere qualcosa d’altro se non un killer”.
In balia dello stress post-traumatico, dipendente dall’alcol e dalle droghe, AnShin vive per anni per strada nell’isolamento e nella più totale disperazione finché l’incontro con il maestro zen Thich Nhat Hanh e la pratica della meditazione aprono il sentiero alla guarigione. Su questo cammino, dall’inferno della sofferenza alla consapevolezza della pace, attraverso le tappe del suo percorso spirituale accanto a moltissime persone segnate dai traumi, AnShin conduce il lettore con un linguaggio semplice e toccante nella sua straordinaria testimonianza dell’insensatezza della guerra e di ogni tipo di violenza, anche quella insita inconsapevolmente in molti dei nostri comportamenti quotidiani.
Emily Dickinson, Buste di poesia, Il Saggiatore
Buste di poesia comprende 52 fotografie di versi appuntati da Emily Dickinson su buste postali, utilizzate o meno: un libro dunque che unisce poesia e arte visiva, e aiuta a inda- gare ancora più a fondo il mistero della poetessa di Amherst e il fascino delle sue opere. Nella raffinata calligrafia dickinsoniana, sono qui riunite brevi liriche e versi singoli, illuminazioni e visioni, aforismi e frammenti, e anche un testamento poetico: tutte queste “buste” sono infatti successive ai fascicles, i pacchetti di fogli ripiegati e cuciti con ago e filo nei quali furono ritrovate dopo la morte le sue oltre 1700 poesie. Un volume raffinato ed elegante che aggiunge un tassello all’opera di una delle potesse più sfuggenti e affascinanti dell’intera storia della letteratura.
Le uscite lunedì 11 settembre
Emanuela Da Ros, Bufalino, Parapiglia
Pietro è un undicenne che frequenta la prima media. Non ama tanto la lettura, ma ha accettato di leggere ogni pomeriggio il giornale a nonna Giacoma. Pietro a scuola è chiamato Bufalino (sia per la sua abitudine a raccontare un sacco di frottole e storie di fantasia, sia per aver scambiato una «bufala» per una notizia), e quando viene organizzato un torneo nel quale si premiano le notizie più inconsuete e accattivanti, decide di partecipare.
Beatrice Galluzzi, Sangue cattivo, effequ
Beatrice è difettosa; è cresciuta nella periferia romana con un padre lunatico e squilibrato al punto da apparire comico e del quale è sicura di aver ereditato la follia. Quando, con la morte del padre, il presente pare aprirsi a un nuovo inizio, Beatrice deve fare i conti con la scoperta di una malattia autoimmune e con una quotidianità piegata alle esigenze ospedaliere. Il dolore, di questo Beatrice ne è convinta, è meritato. Un’idea contrastata a colpi di ironia e caricature mitologiche che conducono a un lieto fine o a qualcosa che gli assomiglia.
Libro controcopertina, In clinica psichiatrica c’è il glicine fiorito di Barbara Giangranvè, Fides Edizioni
Nel 1978, la cosiddetta “Legge Basaglia” sancisce la chiusura dei manicomi in Italia. Si prospetta, idealmente, una nuova era, in cui chi soffre di disturbi mentali non venga più stigmatizzato e rinchiuso in spaventose strutture di contenimento ma riabilitato e reinserito nella società. Ma, da quel momento a oggi, cosa si è realmente fatto? Cosa è davvero cambiato? Questo libro rappresenta una testimonianza diretta della realtà dei “nuovi manicomi”, uno spaccato di vita all’interno di una clinica psichiatrica italiana, dove l’autrice entra di sua spontanea volontà per provare a sconfiggere quel cancro dell’anima che risponde al nome di “depressione”, un male invisibile e, in quanto tale, troppo spesso sottovalutato e banalizzato da chi non lo prova sulla propria pelle. Un racconto potente nella sua semplicità, un collage di fatti, riflessioni e ricordi, capace di risvegliare le coscienze e scagliare il lettore in una dimensione a cui la maggior parte dei cosiddetti “sani” non vuole neppure pensare.
Le uscite di martedì 12 settembre
Cecilia Sala, L’incendio, Mondadori
Kateryna ha 28 anni, è stata una modella e i suoi amici sono sparsi per l’Europa. All’inizio del 2022 spera che in Ucraina scoppi la guerra. Oggi Kateryna è un soldato. Assim invece ha 23 anni e studia Ingegneria aerospaziale all’università di Teheran. Da quando Mahsa Amini è morta, con il suo gruppo ha iniziato a scrivere il nome di Mahsa nei bagni e nei treni. Nabila è campionessa di kick boxing, è lesbica ed è una fedele conservatrice della Repubblica islamica, ma la vicenda della ragazza fermata in stazione per il velo malmesso e poi riconsegnata morta ai familiari è per lei un’atrocità. Zarifa appartiene a una generazione cresciuta su presupposti incompatibili con le regole integraliste e che rifiuta di considerare il movimento dei talebani il proprio destino. Questi sono soltanto alcuni dei protagonisti raccontati da Cecilia Sala che li ha seguiti tra le feste e le bombe.
Tiziano Scarpa, La verità e la biro, Einaudi
«Tutto quello che non si può dire perché ferirebbe chi ci vuole bene, perché ci metterebbe in cattiva luce, perché non è il caso, perché chi me lo fa fare, perché la vita è già pesante così, perché non occorre complicarla, perché sì, perché no, perché…». Difficile trovare qualcuno che ci dica la verità, visto che siamo noi stessi i primi a evitarla. Eppure non fa che inseguirci: è indelebile come la penna biro su un taccuino. La verità e la biro non assomiglia a nessuno dei romanzi di Tiziano Scarpa; è allo stesso tempo una confessione, un saggio, un memoir, una riflessione sui nostri desideri e su quest’epoca che ci vuole trasformare in esibizionisti e gladiatori.
Natasha Solomons, Romeo e Rosalina, Neri Pozza
Quando Romeo la vede per la prima volta è subito amore. Intorno a loro la festa si muove, in un turbinio di vesti variopinte, musica e vino, ma Romeo Montecchi non vede che lei. Tra le loro famiglie è in corso una faida antica le cui origini a Verona nessuno ricorda più. Qualsiasi relazione fra loro sarebbe considerata scandalosa. Lei è Rosalina Capuleti e conosce l’amore così, proprio lei che è destinata al convento. Ma quando Romeo le chiede di mentire, rubare, tradire, in Rosalina si insinua il dubbio: e se Romeo non fosse chi dice di essere? Qualcuno aveva tentato di avvertirla tuttavia lei, prima, era incapace di vedere. E intanto Romeo, scordate per un attimo le promesse fatte, ha già rivolto le sue attenzioni a un’altra Capuleti.
Melissa Broder, Affamata, NN Editore
“Sgranocchiavo, succhiavo, scioglievo, ripulivo tutto con la lingua in preda all’estasi
– solido e soffice, dolce e dolcissimo –
in un prisma di bellezza al tempo stesso terrena e divina,
mentre, ancorata al suolo, non ero altro che una bocca e una lingua giganti,
e mangiavo e mangiavo per il puro e semplice piacere di mangiare”
Rachel ha venticinque anni, vive a Los Angeles e soffre di un disturbo alimentare: calcola ossessivamente le calorie, cerca di ignorare la fame e trae un piacere quasi erotico dai pochi cibi che si concede. Lavora per un noto agente dello spettacolo, ogni giovedì sera si esibisce come stand-up comedian e si nasconde dalla madre, anaffettiva e dominante. Rachel usa la solitudine come scudo contro le relazioni e le tentazioni, finché un giorno, nella gelateria dove consuma di nascosto uno yogurt ipocalorico, incontra Miriam, la nuova commessa. Miriam è l’opposto di Rachel: un tripudio di curve e morbidezze, il trionfo dell’abbondanza sulla privazione. Le due ragazze si innamorano, si esplorano attraverso il cibo che consumano insieme, si riconoscono nei corpi che traboccano di piacere. L’amore innesca una rivoluzione nella vita di Rachel, che però dovrà fare i conti con la famiglia ebrea ortodossa di Miriam e con le ipocrisie del suo ambiente di lavoro. Serrato, impetuoso e provocatorio, Affamata parla di sensi e appetiti: di sesso, di cibo e di ossessioni. Con una lingua ironica e sensuale, Melissa Broder rivela che per sfuggire all’infelicità l’unica strada è tornare a se stesse, affrontando il rischio di non essere conformi e la vertigine del desiderio.
Questo libro è per chi sa che i biscotti della fortuna non mentono mai, per chi sogna di chiedere a Midge Maisel la ricetta del suo brisket, per chi vorrebbe scoprire quali sono gli m&m’s preferiti da dio, e per chi ha capito che nella vita non bisogna per forza andare avanti, ma ci si può muovere liberamente, verso l’alto e poi giù in profondità, in una serie di infiniti crescendo.
Francesco Piccolo e Fumettibrutti, La separazione del maschio, Feltrinelli
Il maschio protagonista di questo romanzo è un genitore attento e un marito premuroso, ma è anche un poligamo compulsivo. La sua è una vita avvitata alla menzogna, all’Edonismo e all’autoindulgenza. Il romanzo di Francesco Piccolo, audace e di grande successo, diventa un fumetto; il percorso resta lo stesso: una via verso l’introspezione sui temi della fedeltà, dell’amore, della famiglia.
Le uscite di mercoledì 13 settembre
Nadia Terranova, Omero è stato qui, Bompiani
Aunire le otto storie di questo libro è quel sottilissimo lembo d’acqua che separa Messina da Reggio Calabria. Scilla e Cariddi e la loro avversa fortuna, Dina e Clarenza che con coraggio hanno difeso Messina dall’attacco dei nemici, Ulisse ammaliato dalle Sirene, Cola Pesce in carne, ossa e squame: sono alcuni dei personaggi che da un passato lontano arrivano fino a noi, sono storie da custodire e raccontare ancora e ancora, affinché non vengano dimenticati. L’omaggio di Nadia Terranova alla sua città, Messina, e al suo mare.
Jón Kalman Stefánsson, Quando i diavoli si svegliano dèi, Iperborea
Protagonista di questa raccolta in versi di Jón Kalman Stefánsson è la quotidianità, vissuta in una stanza ai confini del mondo, a Reykjavík, con le faccende da sbrigare, la confusione dei vicini e i fiordi in lontananza. Ma anche in questo luogo apparentemente protetto irrompe il dolore e assume le forme delle grandi tragedie del nostro tempo: i ghiacciai che si sciolgono, i mari punteggiati di plastica, i naufragi al largo della Sicilia, un attentato terroristico, il campo profughi di Lesbo. In un mondo così le poesie finiscono allora per essere «notizie dalla vita» che la morte non può sconfiggere.
Alfredo Zucchi, Demolition Job. Lettere all’usurpatore, Edicola Edizioni
In un’alternanza fra sviluppo dell’azione e riflessione teorica, in Demolition Job, Alfredo Zucchi sceglie la via dell’accumulazione e dell’esplosione formale per raccontare aspetti come l’autorità e la morte, il desiderio e l’amore, il sogno e il linguaggio. Cinque racconti in cui le voci delle singole storie scavalcano i confini che le separano ribellandosi al narratore e scrivendo di sé.
Le uscite di giovedì 14 settembre
Libro copertina, Storia di Sorana di Vincenzo Fiore, Nulla Die
«Sorana, sì, Sorana se non ho capito male. Perché la conoscevi?», ripeté spezzando in due la mia speranza disattesa. Sentii come esplodermi Dio in petto. […] Fu in quel momento che capii che la prossima storia che sarei andato a raccontare sarebbe stata proprio la mia». La storia si muove sullo sfondo delle macerie di una Romania post-Ceaușescu, nei sobborghi di Bucarest, dove il cielo che vedono i bambini è fatto di tombini e di fogne. Sorana fugge dal proprio inferno personale, nel tentativo di respingere il proprio destino. L’incontro con Cesare, giovane studente universitario, dà vita a una narrazione a due voci, capace di turbare il lettore dall’inizio alla fine.
Dougal Dixon, After man. Una zoologia del futuro, Moscabianca
Dopo l’estinzione dell’umanità, quali strani animali potrebbero popolare la Terra? È la domanda che Dougal Dixon, paleontologo e geologo britannico, si è posto quarant’anni fa quando fu pubblicato questo saggio per la prima volta, ottenendo grande successo di critica. In questa nuova edizione che celebra il quarantesimo anniversario, Dixon rivisita la sua opera più importante sulla base delle recenti scoperte scientifiche con schizzi e materiale di produzione inediti.
Le uscite di venerdì 15 settembre
Rosalia Messina, Nulla d’importante tranne i sogni, Arkadia
Una donna che cova una atroce vendetta contro tutto e tutti per definire veramente la propria personalità
Un romanzo in cui la vendetta prende il sopravvento, nella disperata ricerca di una definizione di se stessi. Rosalia Messina ci regala pagine intense in cui prevalgono sentimenti contrastanti e mai univoci. Rosamaria Mortillaro, detta Ro, nota scrittrice siciliana, ha un rapporto altalenante e complicato con la sorella Annapaola, detta Nana, dalla quale cerca di farsi perdonare tutto ciò che ha avuto in più dalla sorte. Nana ogni tanto crea le condizioni per un allontanamento e rende difficili le riconciliazioni. Il filo usurato e più volte riannodato finisce per spezzarsi in modo irreparabile a causa di un banale contrasto innescato da Nana, a seguito del quale Ro decide, con dolorosa lucidità, di volersi sottrarre al gioco delle tregue e dei conflitti. Quando scopre di essere ammalata e di non poter sperare in un recupero della salute, Ro, provata anche dalla fine improvvisa dell’unico amore dal quale si è lasciata davvero coinvolgere, si isola nella sua villa nei pressi di Acireale in compagnia dell’amica e segretaria Anita Attanasio. Qui comincia a progettare la sua morte, cercando una vendetta contro la sorella e la figlia di lei, Giada. Inizia così un percorso grottesco e per certi tratti singolare che farà emergere un mondo di conflitti ma anche di sentimenti che riveleranno, finalmente, chi fosse in realtà la vera Rosamaria.
Lukas Bärfuss, Koala, L’orma
“Koala” è il soprannome di un uomo schivo e indolente, che un giorno decide di togliersi la vita. Il fratello minore è Lukas Bärfuss, che comincia a farsi domande, interpella amici, casi clinici e antiche saggezze. Il racconto cede al fascino di quel soprannome e arriva fino in Australia. Romanzo autobiografico atipico e al tempo stesso resoconto d’avventura, con Koala, Bärfuss si interroga sul rapporto potente fra umano e animale, e difende i motivi dietro alla libertà di rinunciare.
Nicola Romano, Al centro della poesia, Il ramo e la foglia edizioni
Questi sono i versi, pubblicati postumi, di un poeta vivace che nel passeggio della propria vita osserva la vita stessa e ne scrive, annotandone le variegate modulazioni sulle persone, sui luoghi, sui tempi e sui sentimenti che esse vivono; il suo è uno stare che diventa viaggio, è un camminare con sincerità d’animo e passione, ma anche con garbato equilibrio, in un mondo bellissimo ma insidioso; e il poeta non tralascia di schierarsi, se occorre, di denunciare con versi che si fanno taglienti all’interno di un profilo armonico normalmente dolce, per quanto intenso. Ci sono metafore e ipotesi sul senso della vita, tentativi di trovare un silenzio adatto a capire come tornare al centro delle cose. La sua lingua è ricca ed evoca i grandi poeti del Novecento, a ragione si può affermare che è proprio questa a rendere particolare il percorso poetico di Nicola Romano: ponendo la propria storia nel crogiolo di una scrittura attenta e ben rifinita, la rende universale, facendo sì che ognuno possa riconoscerci la propria storia e i propri sentimenti.
Dalla prefazione di Neria De Giovanni: «Tutta la silloge è invenata di un doppio percorso che trova crocicchi di connessioni, tra il sacro e il laico. Ci imbattiamo spesso in versi in cui la descrizione della condizione umana, fragile e sofferta in cui si trova il poeta, pone una domanda sull’esistenza stessa del divino. Tra i due livelli non c’è contrasto né contraddizione, invece un possibile congiungimento».
Francesco Savio, Felice chi è diverso, Fernandel
Questa è la storia di un libraio che si alza alle 4,55 per andare a lavorare in un’altra città e che legge la realtà che gli si presenta come fossero le pagine di un libro. Ciò lo rende diverso dalla maggioranza delle persone: felice di essere straniero, a tratti preoccupato per la fatica che questa diversità comporta. Camminando osserva gli alberi e riflette sul metodo migliore per riuscire a sopravvivere, economicamente e poeticamente, incapace com’è di accettare ingiustizie sociali e diseguaglianze che sempre più spesso vengono ritenute normali e inevitabili. Il suo desiderio è quello di non tradire la “visione”, quando tutto invece sembra orchestrato per renderci ciechi. Visioni sperimentate per la prima volta da ragazzo, e che le difficoltà della vita quotidiana sembrano rendere meno frequenti. Che si trovi su un treno, in un bar oppure nella libreria in cui lavora, che vaghi solitario o insieme ad altre persone, le sue associazioni d’idee ci accompagnano in un viaggio che coinvolge chi, come lui, è ancora sensibile alla bellezza. Felice chi è diverso è un romanzo che racconta una vita sospesa fra candore e fervore, un libro che abolisce la fretta per ricordarci che il difficile non è vivere, ma farlo in modo autentico.
«Mi alzavo alle 4,55 per andare a lavorare. Ero abbastanza contento, anche se sul treno dei pendolari raramente incontravo intellettuali […]. Mi sarei potuto alzare anche alle cinque del mattino, cinque minuti a certe latitudini orarie possono fare la differenza, ma avrei dovuto fare tutto di corsa. Anzi, avrei dovuto proprio correre. A volte immaginavo di farlo davvero. Di chiudere senza rumore il cancelletto grigio del giardino della casa in cui abitavamo, osservando con dispiacere i due abeti potati male che mi facevano venire in mente le donne di Egon Schiele, per poi iniziare a correre fino alla fermata della metropolitana, dosando la forza degli allunghi, perché fermarsi, in questo gioco immaginario per non perdere la metropolitana e di conseguenza il treno, non valeva. Passavo comunque venti secondi a guardare con attenzione i due abeti potati male il giorno di santa Lucia dai barbari armati di camioncino, motosega e scala elevatrice. Il dispiacere si trasformava in sgomento quando i miei occhi planavano sul ceppo del terzo abete del giardino, quello che con i suoi rami verdi e profumati era il più vicino al nostro balcone, facendo naturalmente ombra durante la stagione estiva, abbattuto nell’ipotesi che l’intero albero, o parte di esso, potesse cadere e danneggiare la casa in cui vivevamo. Il ventomoto che nell’ottobre 2018 si era scatenato sull’Italia del nord sradicando, secondo le stime, circa dodici milioni di alberi, aveva lasciato tracce nella testa delle persone. Molte piante erano cadute, e qualcuno aveva consigliato ai proprietari di abitazioni con alberi in giardino di sfoltirle o sopprimerle, per evitare a tronchi e rami di atterrare rovinosamente su tetti o individui, spinti dalle feroci raffiche di vento, prive di dolcezza. Il risultato era che, nel quartiere più verde della piccola città, troppi alberi vicino alle case erano stati abbattuti o potati senza pietà, a causa di una paura insensata e di una serie di dozzinali interventi privi di senso estetico».
Le uscite lunedì 18 settembre
André Van Lysebeth, Enciclopedia dello yoga. Tutte le âsana passo passo. Hata Yoga, Mursia
André Van Lysebeth, primo maestro occidentale dell’Hatha Yoga a essersi dedicato all’insegnamento di questa disciplina per molti anni, ci apre le porte di una vera e propria arte di vivere: le posizioni illustrate passo passo; gli errori da evitare e i modi per correggerli; gli effetti benefici e le controindicazioni per ogni postura; gli esercizi per imparare a respirare correttamente: il prânayama; i consigli quotidiani su come scegliere l’alimentazione e digerire meglio, addormentarsi più facilmente, combattere l’invecchiamento…; i principi di meditazione e rilassamento. Tecniche yogiche dettagliate per comprendere meglio il corpo e raggiungere il benessere fisico e mentale.
Dalla prefazione di Willy Van Lysebeth, formatore di insegnanti attraverso la Scuola Van Lysebeth di Parigi, membro della Federazione Mediterranea Yoga di Catania: «Accogliendo un centinaio di futuri insegnanti, André Van Lysebeth sorrideva a ciascun viso, a ogni sguardo. Vedeva in ognuno di loro gli allievi a venire. Allo stesso modo incontrava le innumerevoli persone che si dedicavano alla propria realizzazione attraverso lo yoga. Papà puntava anzitutto alla salute. Con tutto sé stesso, incitava alla realizzazione dell’intelligenza del corpo, alla bellezza, alla forza della vita. Diceva che la salute è una ricerca aperta, permanente e anche un dovere. La vita si realizza, si afferma nel minimo dettaglio attraverso una varietà di esercizi, di precetti e talvolta di “piccoli trucchi”. La rivista di papà (“Yoga”) raccoglie numerosi consigli, alcune volte prosaici consigli d’igiene dentale o oculare, come anche pratiche fondamentali che assicurino benessere e protezione contro svariati mali. La salute vissuta nella pratica quotidiana è in risonanza con la vita sentita e concepita come una proprietà dell’Universo. Ascoltiamolo: “Per quanto diverse siano le forme che la vita adotta, già incredibilmente sulla nostra Terra, come nel resto dell’universo, noi non ne siamo separati, noi ne facciamo parte. E il senso della vita cambierà, diventerà più vasto, più cosmico, più entusiasmante. Che questo possa divenire una realtà per tutti, ecco quello che vi auguro di cuore!”. Nell’ottica di André Van Lysebeth, la presente opera invita, attraverso il suo contenuto e grazie a un tocco di ludica creatività, alla piena realizzazione del potenziale dell’essere»
Salvatore Massimo Fazio
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