“Satisfiction Book” su Border Liber
Satisfiction Book. “La bellezza vertiginosa” di Anna Vallerugo
Recensire un libro di recensioni è una cosa strana, forse anche paradossale, ma con Anna Vallerugo vado sul sicuro. Mi si conceda anche un articolo un po’ atipico, perché questa volta non posso non inserire qualcosa di personale, ossia la stima che nutro verso chi, come me, legge e scrive di libri con passione e dedizione. Se di una critica genuina abbiamo bisogno, allora mi affido a chi in maniera chiara espone un romanzo, un saggio o una raccolta poetica utilizzando non solo i mezzi tecnici, ma anche le proprie sensazioni. Non sono mai stato tra coloro che celebrano il funerale della critica, che giudica inutile parlare di libri, che considera banale affidarsi a dei giudizi che potrebbero essere guidati da logiche di mercato, di appartenenza o di casta. No, sono convinto che il “giornalismo culturale”, capace di testimoniare attraverso il suo “fare” ciò che accade, abbia prima di tutto il compito di stimolare, di incuriosire, di scompigliare le carte in tavola. Forse, la discussione andrebbe incentrata su quanto si è liberi di scegliere, di scrivere, di combattere certe sovrastrutture e, soprattutto, quanto il giornalismo, in ogni settore, voglia essere la Spada di Damocle che pende sulla testa del Potere. Ma perché parlo di giornalismo? Perché Anna Vallerugo è prima di tutto una giornalista che si è “sporcata le mani” con un’altra materia, quella della cronaca quotidiana, dopodiché l’amore innato per la letteratura e la sua propensione per il “raccontare”, l’hanno portata a imboccare la strada della critica letteraria. Ma anche “critico letterario” è solo un’etichetta di comodo, un termine tecnico che serve a rendere “scientifico” un campo che per sua natura tratta dell’uomo, quindi di un essere imprevedibile. Ben vengano i critici di professione, coloro i quali sono specialisti della materia, ma non si disdegni anche chi racconta con la precisione del proprio “sentire” i libri che legge. Con ciò, non voglio affermare che tutti possono parlare di libri o che tutti sono in grado di farlo; anzi, penso che ci voglia un grande amore per la conoscenza, per l’arte, per la filosofia, per il sapere a tutto tondo; penso anche che ci voglia una dedizione particolare per la lettura, vista non come momento di svago, o peggio ancora come attività lavorativa, quindi forzata, ma come atto di meditazione, di riflessione e di dialogo con sé stessi. Proprio perché indipendente, Vallerugo parla solo dei libri che hanno innescato in lei qualcosa. Lo si vede da come ne scrive, da come stimola la curiosità del lettore, da come non tratti mai il libro come oggetto, ma come “testimonianza vivente”. Leggendo questa raccolta di articoli, composti tra il 2015 e il 2021, molti dei quali ormai introvabili, ho potuto cogliere bene questo richiamo a una lettura sentimentale che riconosce al libro una “natura umana”. Cosa rara in un momento in cui i libri sono diventati sempre più oggetti dall’obsolescenza programmata. Basti pensare che dopo sei mesi dalla sua uscita, un’opera è già considerata “vecchia”. In questo modo, cosa resta della letteratura? La risposta a voi. Il volume – si legge nella quarta di copertina del libro – comprende oltre cinquanta recensioni e saggi brevi scritti tra il 2015 e il 2021 per lo storico portale e rivista di critica letteraria italiana ‘Satisfiction’; ed è stato proprio negli anni in cui ho scritto su questa testata che ho potuto confrontarmi con Anna Vallerugo. Pertanto, consiglio questo libro a chi vuole scoprire classici o autori contemporanei del panorama italiano, partendo da un costrutto emotivo argomentato con passione e, in particolar modo, con precisione. In ogni recensione, a vincere è l’amore per la letteratura.
Martino Ciano
Il link alla recensione su Border Liber: https://bitly.ws/TGEY