“Satisfiction Book” su SoloLibri
Satisfiction Book. Una bellezza vertiginosa di Anna Vallerugo
Arkadia editore, 2023 – Anna Vallerugo mette insieme sei articoli e cinquantuno recensioni, scritture per la rivista e il portale di Satisfiction. Le recensioni vanno dal 2014 al 2021, non necessariamente in ordine cronologico.
Anna Vallerugo ha il dono di sapere scrivere per i libri degli altri, ma, si sa, diventa sempre più difficile che un collega o una collega a un certo punto non ti chieda: tu non pensi di scrivere un libro tuo, scritto da te? Detto. Fatto.
Senza nemmeno stare lì a dire che non mi sento ispirata, che forse so scrivere degli altri, ma non per me stessa. Con l’introduzione di Polo Melissi, condirettore di Satisfiction, la raccolta di sei articoli e cinquantuno recensioni pubblicate dal 2014 al 2021, ecco Satisfiction book. Una bellezza vertiginosa (Arkadia editore, 2023). Cosa può esserci di più soddisfacente degli elogi che arrivano a Vallerugo dal condirettore di Satisfiction, Paolo Melissi, che parla delle sue recensioni e dei suoi articoli con grande ammirazione, ricordando che l’articolo su La vita agra di Luciano Bianciardi fece in sole quarantotto ore quarantamila visualizzazioni su Internet. Le doti di Vallerugo sono la grande leggibilità, senza per questo impoverire lo scritto (e non è per niente facile), una capacità di sintetizzare i libri altrui facendo sembrare importante anche un libro italiano di un/una esordiente, di cui pochi hanno contezza e una innata dote di “andare per libri” invece che “andare per funghi”; la curiosità sincera di trovare tra i troppi libri pubblicati ogni anno, uno o cinquantuno che fanno la differenza rispetto a chi si accoda ai grandi editori per pigrizia.
Che poi spesso non è pigrizia, ma necessità e anche l’autrice ha scritto di quei libri, che però certo non metti in un florilegio di tue recensioni. Appunto ne La vita agra ci sono tutti i pregi di chi firma il pezzo e le qualità sono così ben dosate che alcuni del mestiere potrebbero dire: ma tutto qui? La catena di montaggio, il boom del capitalismo che diventò boom economico tout court, non è necessario citare quei tre o quattro autori marxisti, tra cui gli studiosi della Scuola di Francoforte? Ma no, perché la rete non conosce lentezza ed è preferibile più che balbettare, scrivere due righe dall’articolo: Per soddisfare i tanti “bisogni mai sentiti prima”, purtroppo c’è da pagare: in perdita di umanità. In conclusione, solo due sono le vie d’uscita possibili: soccombere alla nebbia dell’anima, alla luce cruda dei neon che illuminano male fabbriche e uffici al “ringhio sordo” del “milione e mezzo di formiche grigie, all’opacità.
Si percepisce l’alienazione e e la mancanza di un cambiamento radicale, ormai impossibile, senza usare parole desuete e soprattutto senza affollare la mente di nomi di scrittori che renderebbero l’articolo elitario e poco comprensibile.
Ma l’autrice ha quasi una funzione pedagogica conscia o inconscia che sia: far arrivare il più velocemente possibile la scrittura di La vita agra di Bianciardi senza rinunciare alla complessità, tenendo bene a mente di essere comprensibile a tutti, dai quindici anni ai cento anni e passa. Lo stessa dicasi per le recensioni, che hanno un unico difetto. Dal momento che non sono messe in ordine strettamente cronologico, bisognava forse scrivere la data di pubblicazione insieme alla casa editrice.
Ma non importa, perché Vallerugo aveva già deciso di dare peso e passione a romanzi soprattutto di piccole e talvolta medie case editrici. E facendo una scelta meditata, perché non ha mai scritto meno di cinque recensioni l’anno.
E anche sulle recensioni valgono le stesse qualità dell’autrice: la chiarezza espositiva, la leggibilità e il dono della sintesi che significa partire subito col romanzo o col racconto, senza divagazioni, una qualità che chi scrive le invidia molto, perché la divagazione spesso è anche il sistema per dire poco e della trama e dello stile.
Anna Vallerugo non ha paura delle parole, anche quando cerca di variare aggettivazioni o forma verbale. Ha i suoi preferiti, anche se è molta cauta con gli aggettivi, sa che spesso sono spirali da cui è difficile trovare il centro, ma sicuramente “salvifico” le piace molto, forse perché non può usarlo spesso e poi per i romanzi che hanno uno stile tagliente e asciutto, scrive che sembrano come quelli di Àgota Kristóf e quando vede l’eccellenza si butta non temendo la ridondanza, dice “splendido, bellissimo, meraviglioso”. Vallerugo è una donna pratica e una mamma, non ha le ubbie di certi recensori maschi che vivono solo di libri, di rimandi, di continue conversazioni di chi si attarda sul “significato di romanzo”, domandandosi se stia o no morendo lasciando spazio a una letteratura più diaristica, di analisi personale, di saggi alla maniera di Montaigne. Fare nomi degli scrittori e delle scrittrici presi in esame mi sembra piuttosto sciocco, perché sono tutti lodevoli e meritano attenzione. Quindi giusto qualche nome di scrittori/scrittrici che sembrano piacere a entrambi. Troviamo Patrizio Zurru (che, oltre a saper scrivere bene, è l’ufficio stampa di Arkadia), Roberto Saporito, Gianluca Barbera, Giorgio Ghiotti, Clara Sereni, Eva Clesis, Massimo Onofri e tanti altri. Parecchi non li conosco e devo provvedere. Un libro prezioso, pieno di malìe, di sapienza letteraria non esibita, di grandi emozioni. Troviamo esordienti che l’autrice tratta con lo stesso rispetto che si riserva a chi ha scritto molto. Il tutto unito da uno stile inconfondibile, di chi ama molto la letteratura ma al contempo anche la vita familiare. L’Anna Vallerugo touch.
Vincenzo Mazzaccaro
Il link alla recensione su SoloLibri: http://bitly.ws/QgIc