“La laguna dei sogni sbagliati” su Contorni di Noir
Massimiliano Scudeletti – La laguna dei sogni sbagliati
Il videoreporter di guerra Alessandro Onofri, che abbiamo potuto conoscere nei primi due romanzi (e in diversi racconti) di Massimiliano Scudeletti, sta cercando di dare conforto a una collega giornalista, gravemente ferita da un colpo di mortaio. Per distrarla dal dolore, durante il viaggio frenetico verso il più vicino posto di soccorso, le racconta la storia della propria preadolescenza vissuta a Venezia, da dove viene la giornalista stessa.
Rimasto orfano, il dodicenne Alessandro si trasferisce a Venezia da Firenze, dove è nato e cresciuto fino a quel momento, per vivere presso un’anziana zia, l’unica parente che ha. Ben presto, però, a causa dell’età avanzata della donna, il ragazzino viene dato in affidamento alla famiglia Caputo. Bravissima gente, ma soprattutto vicini di casa della famiglia dell’affascinante Maria Luisa, di due anni più grande di lui.
Il giovanissimo Alessandro si trova quindi a vivere la tragedia degli operai di Porto Marghera, vista da lui attraverso l’esperienza dell’affidatario Salvatore e del padre di Maria Luisa; allo stesso tempo, entra in contatto con la guerra nell’ex-Yugoslavia tramite l’amicizia con Ivan, un suo coetaneo profugo. A scuola, poi, ha esperienza della crudeltà di una supplente di matematica, attraente ma sadica, che si sospetta abbia a che fare con la magia nera; e proprio di magia, nera e bianca, si intende l’anziana zia di Alessandro. Una premessa complessa per un romanzo non lunghissimo ma dalla trama certamente non lineare; del resto, ci viene presentato come la memoria di un adulto che ricorda il proprio periodo preadolescenziale, e si sa come la memoria, oltre a non essere sempre al cento per cento affidabile, a volte si perde seguendo associazioni di idee improbabili. Ma gli eventi si possono seguire senza grandi sforzi di memoria, dato come l’autore riesce a rendere i fatti da lui inseriti in questo romanzo davvero “forti” e incisivi.
Si tratta di un romanzo che colpisce, con tanta ma non troppa carne al fuoco; vengono messe in campo innumerevoli sottotrame, ma ognuna di esse si risolve, ogni elemento messo sulla pagina dal bravo Scudeletti trova un suo posto prima della fine del libro.
La scrittura dell’autore è fluida, interessante, accattivante. “La laguna dei sogni sbagliati” si legge in fretta, non perché sia una “gomma da masticare per la mente” (così definisco i libri che mi divertono, anche molto, ma che non mi lasciano nulla di speciale) ma perché la nostra attenzione viene catturata a metà della prima riga (“Alessandro Onofri era appoggiato a ciò che rimaneva degli uffici amministrativi dell’acciaieria”) e non viene rilasciata prima dell’ultima parola (che, se a qualcuno interessa, è “così”). Massimiliano Scudeletti ci regala, alla fine del libro, anche il link a una playlist su Spotify che ha personalmente selezionato per accompagnare la lettura di questo suo romanzo; consiglio vivamente di ascoltarla, mentre si legge o dopo (io lo sto facendo ora, scrivendo questa recensione), anche se, come nel mio caso, non si tratta esattamente del genere musicale preferito: suggerisce perfettamente l’atmosfera del romanzo. Una bella idea, davvero. Personalmente, mi permetto di aggiungere ai consigli musicali dell’autore anche l’ascolto di “The Venetian Book of the Dead” di Alessandro Monti/Unfolk.
Consiglio di leggere questo romanzo? Sicuramente sì. Come penso di avere suggerito in questo articolo, non si tratta certo di una lettura leggera; ma è una lettura che colpisce, una storia scritta per rimanere.
Marco A. Piva
Il link alla recensione su Contorni di Noir: https://bit.ly/3U4quB0