“La lacrima della giovane comunista” su Gli Amanti dei Libri
La lacrima della giovane comunista – Giorgio Bona
Uno slavista e professore universitario subito dopo la caduta del muro si mette sulle tracce di Venedikt Erofeev, uno scrittore russo che è sparito nel nulla, che non è mai stato gradito alla nomenclatura sovietica e anche nel nuovo corso di lui è proibito parlare. Il professore parte per la Russia in cerca della memoria di questo scrittore per cercare di scoprire la verità sulla sua opera e sul suo destino. Di questo scrittore non si hanno più notizie e lui sembra inghiottito nel nulla. Il professore non immagina che in Russia si scontrerà con un pericoloso muro di gomma che rischierà di travolgerlo. Giorgio Bona ne La lacrima della giovane comunista racconta le peripezie del professore che sfida il nuovo potere russo per venire a capo della verità su Efrofeev.
«Erofeev è l’opposto dello scrittore che mira a programmare e organizzare una carriera, intento a conservare con scrupolo e attenzione ogni passo della propria scrittura. La rovinosa catastrofe di Erofeev che perde i suoi manoscritti in preda a deliranti crisi etiliche diventò leggenda. Era una sua abitudine smarrire i manoscritti, venderli per pochi rubli o in cambio di una bottiglia e disinteressarsene. Mosca-Petuski fu venduto per pochi rubli a un collezionista di samizdat e soltanto per caso un amico ne intuì il valore e lo fece trascrivere in una notte prima di restituirlo all’autore. Per decenni Erofeev, pur essendo una persona in carne ed ossa e pur scrivendo testi reali, era come se non fosse mai esistito. La sua figura non si materializza in questa storia ma diventa mito, leggenda. Naturalmente dopo la sua morte. Anche il protagonista del romanzo obbedisce come Erofeev agli slanci della coscienza con energia, rasentando inconsapevolmente il baratro di un incubo, camminando su una corda ad occhi chiusi sopra un precipizio. È il viaggio di un eretico che rimanda al suo alter ego il mistero, la poesia e il bisogno di una rivolta.»
Così Bona in un’intervista recente spiega la figura scomoda dello scrittore che il potere mette a tacere per sempre. A Mosca succede di tutto. Il professore viene ostacolato in ogni modo perché la verità sullo scrittore scomparso non deve venire a galla. Il romanzo diventa un vero e proprio noir con inaspettati colpi di scena e il protagonista arriva a pensare che Bulgakov non vaneggiava quando vide il diavolo a Mosca. La lacrima della giovane comunista è un romanzo avvincente. Giorgio Bona racconta con una scrittura incalzante un intrigo dal quale il lettore si farà coinvolgere fino alla fine. Venedikt Erofeev è uno scrittore da maneggiare con cura. In Russia chi cerca la verità su di lui rischia grosso.
«Di Erofeev non si sa più nulla da tempo. Le sue opere erano state censurate. Di lui non si avevano più tracce. Espulso dall’università, ex studente prodigio, trascorse un lungo periodo nei bassifondi della società, bevendo fino a diventare alcolizzato gravemente ammalato e in miseria».
Il professore se ne accorge durante il suo viaggio in Russa sulle tracce dello scrittore scomodo e proibito e scopre che anche il nuovo corso postcomunista incarna l’ideologia del male.
Il diavolo è ancora a Mosca.
Nicola Vacca
Il link alla recensione su Gli Amanti dei Libri: https://bit.ly/402z2uX