“Il resto di Sara” su Nautica Report
Valeria Ancione – Il resto di Sara
Si sente il mare su il Resto di Sara, romanzo di Valeria Ancione
“Ci sono lui e la sua inquietudine in quel deserto di cemento della Salerno Reggio Calabria, l’Autostrada del Mediterraneo, che sarebbe stato più bello chiamare l’Autostrada del Mare, nonostante qualche attraversamento interno e montano”.
Bastano queste tre righe dentro Il resto di Sara per capire che nel suo ultimo romanzo la scrittrice e giornalista Valeria Ancione dichiara il suo amore per il nostro universo liquido. Ce lo dice la copertina, ce lo dice l’esperienza professionale di Valeria che sul Corriere dello Sport ha dato spazio e prestato la sua bella penna alla vela e ai velisti/i. Eppure la “scena” della storia si concentra nei pochi e angusti metri di una sala d’attesa di un ospedale dove si consuma il dramma di una famiglia grande e allargata. Muri di sofferenza da dove parte il pensiero che sorvola il presidio medico per scandagliare la Sicilia. Un faro che posiziona bene la narratrice come emerge da queste poche righe dedicata all’isola:
“Videro per la prima volta posti della Sicilia di sorprendente bellezza: mari azzurri, mari blu, sabbie bianche, scogliere a picco sul mare, scure o chiare, abbaglianti come la Scala dei Turchi, saliscendi, isole sullo sfondo, Eolie, Egadi, tramonti mozzafiato e albe suggestive, chiese e templi. Meraviglie della natura e meraviglie dell’uomo in una fusione stupefacente. Una Sicilia che facevano propria insieme, nello stesso istante, nella stessa occhiata. Una Sicilia diversa a ogni attraversamento, cangiante per colori e per paesaggi di civiltà che l’hanno segnata. Maltrattata dall’incuria o conservata come un gioiello”.
L’ambiente marino è fonte d’ispirazione e di poesia – Il mare porta aria fresca, buona e un po’ salata. La brezza è una cosa bella e fa star bene – e di riflessione perché Immagino la morte come la brezza, cioè un vento leggero che passa senza che te ne accorgi, arriva da lontano attraversa posti, persone, qualcuno se la se lo porta via qualcuno lo lascia.
Valeria Ancione è di Messina e il suo mare è soprattutto quello tutto particolare dello Stretto. Il mare che attraversano tanti siciliani. Un luogo del mito, dell’emigrazione ma pure del rientro. E il traghetto diventa umano. “La Caronte è effettivamente una tentazione di fuga ma anche l’abbraccio del ritorno. Ritorno all’isola”. Ma non pensate a un romanzo di “sicilitudine”, dentro c’è la vita senza patria e bandiere. Ci sono le coppie che perdono l’amore e lo riconquistano, c’è l’amore tra donne, c’è l’amore platonico tra chi sa che non può essere vissuto. C’è l’odio per se stessi e per il mondo. Pagine di sentimenti alimentati e dominati da una situazione estrema. C’è l’interno angosciante di un pronto soccorso e c’è la vitalità della natura, non meno brutale come quando la scrittrice descrive la caccia al pesce spada nello Stretto dove la femmina porta alla morte anche il maschio e anche qui “L’amore frega tutti”.
Il resto di Sara è edito dalla casa editrice Arkadia, editore isolano e di un’altra città di mare: Cagliari
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