“Folisca” su Cultura al femminile
[Recensione] Folisca di Miriam D’Ambrosio
Folisca di Miriam D’Ambrosio
Voce alle Donne
recensione di Emma Fenu
Folisca è un romanzo storico, basato su una storia vera, scritto da Miriam D’Ambrosio e edito da Arkadia nel 2022.
Di cosa tratta Folisca?
Che il tuo nome non sia dimenticato.
I tuoi nomi.
Che le dolomiti riechieggino Folisca, la lucciola che illumina i sentieri di notte e i volti degli innamorati, come lo fu il tuo di viso che brillava specchiandosi negli occhi del tuo amato, occhi colore di lago, perchè il mare non lo hai visto mai.
Non avevi nemmeno diciotto anni.
Che Milano e Roma, nei loro teatri, riecheggino Rosetta, la cantante senza la malizia di una donna, che intratteneva il pubblico, studiava canto, sognava di diventare famosa per essere libera e aiutare i suoi familiari.
Non avevi nemmeno diciotto anni.
Tua madre, ti ha vomitato come nona e ultima femmina e ti ha venduto a un vecchio vedovo, solo in apparenza come cameriera. Tutti sapevano la verità e tu odiavi il buio, l’estate e il suo odore: staccavi l’anima in attesa di essere di nuovo sola dentro il tuo ventre.
E poi lui, il vedovo, ti ha sentito, per caso, cantare: ti ha fatto prendere lezioni di musica e ti ha liberato dalla tua condizione di serva. Eppure ti ha macchiato per sempre di vergogna, forse neanche con consapevolezza. Ti ha amato come se fossi un cucciolo, una bambola, non la bambina violata che eri.
Un questurino si incapricciò di te. Conosceva il tuo passato e qualche incontro fugace che avesti con un suo amico: per lui diventasti un’ossessione, una puttana spavalda che non si concedeva, una che osa tenerli testa e rifiutava di averlo come protettore e amante.
Una sera il questurino, forte della presenza di suoi colleghi, ti colpirà a morte con l’accusa di schiamazzi notturni e ti accuserà falsamente di suicidio.
Non avevi nemmeno diciotto anni.
Un giornalista decise di fugare le menzogne sulla tua morte, perchè Rosetta Andrezzi, in arte Rosetta de Woltery, solo per amore Folisca, è stata vittima di femminicidio.
Del giornalista sappiamo il nome: Benito Mussolini. Era il 1913.
Perché leggere Folisca?
Folisca è un romanzo breve molto ben strutturato, con un incrocio temporale e di voci narranti che accrescono la tensione narrativa senza confondere il lettore; la curata ricerca storica ci introduce in quegli anni, ci fa udire motivi musicali, parole, frasi, profumi con grande capacità di rendere vivo il racconto.
Che non sia dimenticata Folisca. E nemmeno Rosetta.
Che sia ricordato che chi ti doveva difendere ti uccise e che ci fu un giovane che nel 1913 credeva nei valori. Poi la Storia continuò, ma, tu, Folisca, eri già sotto il ventre di terra che ti accolse. In pace.
Sinossi
È una notte d’estate del 1913 e una ragazza che sogna di riscattare la sua vita viene aggredita violentemente da chi per mestiere dovrebbe far rispettare la legge. Diranno che quello che è successo non è mai avvenuto. Diranno che era solo una prostituta, una poco di buono, una poveretta che si è suicidata con il veleno usato da quelle come lei. A smentire la versione ufficiale è il giornalista che non ti aspetti, quando ancora credeva nella verità. È il direttore del quotidiano socialista e presto farà tremare il mondo. Questa è la storia di Rosetta Andrezzi, personaggio realmente esistito, una giovane sciantosa, fragile e affascinante.
Nei teatri italiani la conoscono come Rosetta di Woltery. Il suo nome verrà ricordato per sempre nelle canzoni della mala milanese, la leggendaria ligéra.
Sullo sfondo di una Milano immersa nella Belle Époque, nella magia dei café chantant e della vivacità artistica di giovani letterati che si tuffano nella modernità, con l’apocalisse della Grande Guerra alle porte e le contraddizioni di una democrazia immatura, la storia di Rosetta, del suo amore e della sua breve vita diventano il simbolo di un periodo travagliato e ricco di fermenti.
Emma Fenu
Il link alla recensione su Cultura al Femminile: https://bit.ly/3A3jNXc