“Giovani ci siamo amati senza saperlo” su SoloLibri
Giovani ci siamo amati senza saperlo di Emanuele Pettener
Arkadia editore, 2022 – Romanzo ironico e sentimentale sulla bellezza dei venti anni ma anche dei molteplici inganni dell’immaturità e dell’inesperienza. Scritto con un italiano scintillante.
Emanuele Pettener aveva già scritto romanzi belli e vivaci prima di quest’ultimo: ricordiamo Proust per bagnanti e Arancio per Meligrana editore e il suo primo libro per Corbo edizioni, nel 2009, È sabato. Mi hai lasciato e sono bellissimo. Nato a Mestre, Pettener si è trasferito a Boca Raton, in Florida, dove insegna Lingua e letteratura italiana alla Florida Atlantic Università.
Giovani ci siamo amati senza saperlo (Arkadia editore, 2022) è un romanzo compatto e breve con una perfetta costruzione narrativa. Il titolo è tratto da due versi di William Butler Yeats: La decrepitudine del corpo è saggia: giovani / ci siamo amati senza saperne nulla. Il primo personaggio a muoversi nella trama è Emanuele detto “Ema”, che arriva a Venezia in estate per ambientarsi nella città prima di frequentare le lezioni della Facoltà di Lettere Moderne. Siamo agli inizi degli anni Novanta del secolo scorso, quanto i cellulari non c’erano o pesavano tre chili, portati come borsello da quelli che lavoravano nel mercato azionario o più discreti inseriti in macchine di lusso. La sorella di Ema dice alla famiglia che Ema non durerà una settimana a Venezia, coi turisti, il caldo e le zanzare. In effetti il ragazzo vorrebbe tornare a casa, ma di buzzo buono si abitua a questa strana e meravigliosa città. Trova anche un appartamento piccolo dove c’è posto anche per un altro studente. Si presenta Rodrigo, un ragazzo che sa cucinare e gioca a scacchi, della provincia di Treviso, iscritto alla Ca’ Foscari. Ema lo prende in casa e diventano buoni amici, anche se Rodrigo è totalmente sprovvisto di ironia, mentre Ema, nella duplice veste di personaggio (e di scrittore?) ha la battuta facile, ironizza su tutto. Stranamente, però, è Rodrigo che fa la prima mossa quando vede in facoltà una ragazza di nome Feli che piange a dirotto. A quanto pare il padre vuole divorziare e lei non sa come dirlo al fratellino. Feli e Rodrigo diventano amici per la pelle e fanno lunghe camminate per Venezia. Ema, invece, incontra Barbara, che fa la pendolare e vive a Mestre. Ema non ha nessuna intenzione di avere Barbara come amica. Da subito diventa la sua ragazza. La cosa rognosa è che poi Ema si deve rivestire per accompagnare Barbara all’ultimo autobus verso Mestre. Tutto fila liscio, è un piacere leggere Pettener, perché non scrive mai una parola di troppo e sicuramente non lo stancano i suoi personaggi, tutti con una qualità o un difetto. Ema ad esempio si sente infinitamente superiore rispetto agli altri tre, soprattutto di Rodrigo, che vuole fare lo scrittore. Pure sarcastico Pettener. La vita quasi coniugale tra Ema e Barbara incomincia a stancare il ragazzo che a vent’anni vorrebbe incendiare il mondo. Invece, morto di freddo, saluta Barbara tutte le sere dall’autobus. Il motivo per chiudere la relazione arriva da Barbara, che vuole assolutamente che Ema conosca i suoi amici a Mestre. Detto, fatto. Il ragazzo si ritrova con Barbara e con altre due coppie in un paninoteca tristissima, con questi suoi quasi coetanei che non hanno argomenti, né sanno parlare come Ema. Sembrano due coppie sposate senza figli. Il pensiero di diventare amico degli amici di Barbara porta alla rottura. Troppa serietà, per uno che si fa mantenere, come Ema, dalla famiglia, perché pensa che lavorare a venti anni è una condanna. Poi capirà che Barbara è stato, forse, un grande amore arrivato troppo presto. Ema ciondola per casa e per Venezia, consolato da Rodrigo, che lui chiama lo svizzero, per la sua precisione. All’università incontra Feli da sola e si accorge di quanto è bella. Ci sono pagine in cui si descrivono i piedini di Feli, i suoi capelli dal profumo di pesca fino all’intera struttura femminea. Raramente a chi scrive è capitato di vedere esaltato ogni singolo dettaglio fisico di una ventenne, senza cadere nella battuta greve o nell’uso di termini quasi pornografici. Pettener la butta sulla età, a vent’anni nessuna ragazza è brutta, insomma. L’innamoramento è istantaneo: Emanuele vorrebbe uscire con Feli, se non fosse che Rodrigo, qualche settimana prima gli ha rivelato di essere sempre più coinvolto dalla sua amica, che tutto quello stare insieme ha cementato non l’amicizia, ma l’amore, almeno per lui. Che fare, dunque? La scrittura di Emanuele Pettener è viva, palpitante, scherzosa. Se proprio dobbiamo cavillare molti romanzi che stanno uscendo sono ambientati negli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso. Il nuovo millennio e gli ultimi anni non si possono più raccontare così. Sono tempi complicati, tecnologicamente avanzati, ma anche cupi, pieni di incognite.
Ma i vent’anni sono simili ora, come trent’anni fa: le passioni inalterate, gli entusiasmi sono gli stessi. Ma gli scrittori ciliosi pensano di fare brutta figura, adesso, e per dirla tutta, i vent’anni se li è presi Netflix con tutta la programmazione dai quattordici ai ventidue anni.
Vincenzo Mazzaccarro
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