L’oceano oltre la rete
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Quanta vita contiene un piccolo spazio? Un dischetto del rigore raccoglie anni, dolori, sacrifici e sbandate. Per Antoine quel dischetto è l’apocalisse. Il Giudizio Universale. Ha coscienza che comunque vada, in qualsiasi modo tirerà, nulla sarà più come prima.
La rissa è stata placata a fatica dall’arbitro. I suoi ex compagni lo hanno cercato come una preda succulenta, per linciarlo. Antoine non è fuggito, ha ascoltato le loro minacce e le loro illazioni sul mestiere di sua madre, senza reagire. Ha sopportato lo sputo in piena faccia di Samor, il capitano del Real Blanca, che è stato visto dall’arbitro. Rosso diretto. Un tempo si sarebbe scagliato e avrebbe preso a pugni chiunque. Non oggi. Oggi è il capitano, deve dare l’esempio. L’arbitro gli si avvicina.
«Gerard, lei batte il rigore e poi fischio la fine, chiaro?»
Si passa una mano sulla fronte e fa un cenno di assenso.
Ha capito.
Agger lo afferra per un braccio. «Straniero, comunque vada, grazie di averci portato fino a qui. Ora però fai il culo a questi fighetti.»
Sugli spalti ha intravisto Alma in piedi, preoccupata, freme. Lo stadio è una caldaia, otturata da tifosi urlanti del Blanca, che può scoppiare da un momento all’altro. Un rigore all’ultimo minuto. Se Antoine Gerard segna, il San Vignan raggiungerà una storica salvezza nella sua prima volta in massima serie. Dall’altro lato, il Real Blanca che, se perde, non andrà in Champions.
«Figlio di puttana, ti sei giocato la carriera!», sibila Samor uscendo dal campo. Un serpente imbottito di rabbia. Antoine sistema la palla. Guarda il portiere che comincia un balletto idiota per distrarlo. Antoine sorride, pensa che si dice «Giocare a pallone», ma il calcio è tutto fuorché un gioco, fin da piccoli. Pensa a Springsteen, a David, ad Alma. Un avversario riesce a raggiungerlo e a dargli una spallata, è subito portato via dai difensori centrali del San Vignan, Agger e Reno, due armadi; l’arbitro minaccia cartellini come se piovesse. Poi si piazza in posizione e fischia.
Antoine prende la rincorsa non guardando nessuno degli angoli della porta. Non vuole dare riferimenti al portiere. Ma nel frattempo, con il cuore che si accavalla ai nervi, pensa che un rigore può davvero valere una vita. Anzi, due.