“Giovani ci siamo amati senza saperlo” su L’Unione Sarda
ROMANZO DI E. PETTENER
A 20 anni il mondo è tuo e non vuoi vedere oltre
A Venezia, quando c’è la luna – sosteneva Carlo Dossi – par di passeggiare in una acquaforte. È proprio tra le calli dell’antica e nobile città lagunare che il veneto Emanuele Pettener, professore di Letteratura italiana alla Florida Atlantic University, ambienta il suo ultimo romanzo “Giovani ci siamo amati senza saperlo” (Arkadia Editore). I protagonisti sono i ventenni Ema, Rodrigo, Barbara e Sabrina detta “Feli”. Il periodo storico è quello delle notti magiche di Italia ’90 – un’estate carica di elettricità e sensualità segnata dai gol di Schillaci e dall’ottimismo di chi non sa che il peggio incombe dietro l’angolo – fino alla primavera del 1991. L’età dei protagonisti è quella in cui, in apparenza, tutto è ancora possibile. L’illusione di onnipotenza è così forte che proprio non si avvertono le avvisaglie della precarietà, degli anni migliori in realtà così brevi, così pochi. Capita anche ai quattro del romanzo, incapaci di intuire ciò che li sbalordirà (a dir poco) arrivati alle ultime pagine. Scrive molto bene Emanuele Pettener. Il tratto è elegante, la sensualità tambureggia tra le pagine quasi facendo eco alla tempesta di ormoni e sentimenti che scuote i quattro giovani. Poi c’è Venezia, la quinta protagonista, snob e altera, umida e misteriosa, un luogo che, forse, esiste nella nostra immaginazione prima ancora che nella realtà. Una acquaforte, appunto, in cui tutto è sfumato, ingannevole, irresistibile. Il titolo del romanzo è un omaggio a William Butler Yeats: «Bodily decrepitude is wisdom/young we loved each other and were ignorant». (Fa. Mar.)
Fabio Marcello