“Con tutto il mio cuore rimasto” su Sannio Teatri e Culture
“Con tutto il mio cuore rimasto” di Rosario Palazzolo
Un lungo grido di rassegnato dolore nella lettera che Concetto Acquaviva, 13 anni, consegna al lettore in “Con tutto il mio cuore rimasto” (Arkadia, 2021) di Rosario Palazzolo.
Un libro, intenso, immenso, potente come può esserlo solo il dolore di un bambino che conosce la verità che non gli fanno dire.
Una lettera semplice e di profonde intuizioni indirizzata a gesù, volutamente in minuscolo come con la lettera minuscola saranno i nomi di tutti gli adulti colpevoli di non voler riconoscere il vero che è palese a tutti e che si tenta di nascondere e che Concetto conosce con tutto il suo peso.
Intorno a lui una madre, un padre, un fratello, un prete e due tragedie che narrerà con tutto il carico di emozioni che si porta dentro.
Concetto ha dolcezza infinita e perspicacia da vendere, chiuso in un luogo buio e irraggiungibile, guardato a vista da due donne (lui chiama strega la più anziana), trova sfogo e mai speranza di sopravvivere in un quaderno a quadretti, “scusa gesù!”, e la scrittura sarà lenimento per il suo dolore senza senso e testimonianza per chi leggerà.
E a Gesù non risparmierà critiche e con estrema correttezza farà domande che molti di noi non riescono a farsi o non vogliono porsi.
Un libro non facile, ma che ti imbriglia nella trama e chiede ad alta voce di essere letto e riletto, un libro necessario che dovrebbe essere proposto a tutti per il tema trattato che non potrà che scuotere le coscienze, per la scrittura che è flusso di pensieri e che emoziona (a tratti fino alle lacrime), per la lingua ( nel lungo monologo Concetto si inventa parole nuove in un linguaggio tra il siciliano e l’italiano), per il senso di abbandono di fronte alle verità nascoste e mistificate per andare oltre ogni “ ragionevole verità” fino all’epilogo in cui l’autore invita (in un capitolo bianco) a scrivere risposte.
Il libro è stato candidato al Premio Strega 2022 da Alberto Galla e l’augurio è di poterlo trovare almeno nella dozzina.
“Mi chiamo concetto acquaviva e c’ho tredici anni. Fino a un poco di tempo fa facevo la terza media alla scuola giuseppe carducci di palermo, ma poi è successa la seconda tragedia e allora non l’ho fatta più….”
“Gesù, nei tuoi racconti ora che ci penso c’è sempre l’alleluia per il tizio ladrone nella croce che ti difende, il figliolo prodigo partito che poi ritorna, la porca maddalena che infine si pente, e mai un complimento per i nativi delicati, per quelli che fanno la retta via senza manco un briciolo di indicazione”.
“Com’è che c’hai costruiti così, gesù bello, deficienti e codamoscia, perché non ci hai impastati con l’intelligenza giusta, il coraggio necessario, la raggia a tempo debito”.
Elide Apice
Il link alla recensione su Sannio Teatri e Culture: https://bit.ly/3IQpqcS