“La doppia presenza” su Rinascitaoggi
LA DOPPIA PRESENZA, di Marco Rovelli, Arkadia Editore
Da qualche giorno è in libreria l’ultimo lavoro di Marco Rovelli per Arkadia Editore: La doppia presenza. Un romanzo della diversità. Questo è quello che mi è venuto da pensare a inizio lettura. Procedendo, poi, mi sono ritrovata con la certezza che questo è senza dubbio un romanzo dell’uguaglianza. Un’uguaglianza del dolore che ci rende uguali da qualsiasi parte del mondo lo si viva. La storia è quella di Sara, diciottenne di Rozzano, figlia di genitori che vengono dal Bangladesh. Sara è dunque italiana ed è tale che si sente. Non ha alcun pensiero che la faccia sentire diversa, ma ci penseranno gli altri a classificarla come differente per il colore della sua pelle e per l’origine della propria famiglia. Sara inizia dunque a confrontarsi con questa doppiezza, sperimenta quella «fragilità dell’appartenenza» che fino ad allora non l’aveva nemmeno sfiorata. Del resto del Bangladesh lei non conosce quasi nulla a parte gli odori e i sapori speziati che la sua famiglia ha trasposto nella cucina italiana. Il confronto di Sara con le proprie origini avviene in piena adolescenza, in una fase già colma di cambiamenti, dolori e difficoltà. Figura centrale della narrazione è Arun – il padre si Sara – che della sua vita in Bangladesh e delle sue esperienze non parla mai. Un padre che nutre un amore smisurato per quella figlia e che cerca di farle vivere una vita migliore di quella che ha vissuto lui. Un padre che tiene tutto dentro rischiando di implodere. Un uomo il cui passato tragico gli si imprime tra le rughe marcate e si percepisce nell’imperturbabilità delle sue espressioni e nella scarsità di risposte alle domande di sua figlia che cerca di capire e conoscere il passato della sua famiglia. Sara ha quasi due vite. Una «doppia presenza» che, volendo partire dalla definizione coniata da Laura Balbo, si amplia, si espande, si diffonde, abbraccia il mondo intero e diventa presenza unica, universale nel cuore di chi la vive. Una scrittura densa, profonda che non manca di tratti carichi di ironia. Nella tremenda epoca dei cosiddetti G2 – immigrati di seconda generazione – è una storia formativa e chiarificatrice che dona una quantità impressionante di spunti di riflessione.
Flora Fusarelli
Il link alla recensione su Rinascitaoggi: https://bit.ly/3D7bYQp