La doppia presenza
Sara è una diciottenne nata e cresciuta a Rozzano, nell’hinterland milanese. I suoi genitori sono venuti dal Bangladesh, ma di quel luogo lei sa ben poco. Eppure non è totalmente italiana: gli altri non l’hanno mai fatta sentire tale, e adesso sta prendendo coscienza piena di questa sua doppia natura. Una doppia assenza, o forse una doppia presenza. Quella di Sara è un’identità multipla e complessa, con cui deve avere a che fare, come tanti suoi coetanei, chiamati impropriamente “G2”, seconda generazione di immigrati; dove, invece, loro non sono immigrati, ma nati in Italia, e dunque italiani. Sara ha un rapporto molto stretto, e insieme conflittuale, con suo padre Arun che, da quando è arrivato in Italia dopo un viaggio faticoso, ha sempre lavorato duramente. Ma lei di questa durezza nulla sa: non del suo lavoro, non del suo viaggio, e nemmeno della sanguinosissima guerra civile in Bangladesh nel 1971. La sua vita ruota intorno all’amore contrastato per Lorenzo e alla passione per il teatro. E sarà proprio a partire da questo che comincerà lentamente a fare i conti con la sua cultura, con tutto il rimosso che pure sta dentro di lei, e, insieme, con la sua natura di donna.