“Con tutto il mio cuore rimasto” su La Bottega del Giallo
CUORI TRAFITTI DAL SILENZIO
Il bravo (e temibile) Rosario Palazzolo ci regala, con questo libro, il dolore. E qui potrei tranquillamente terminare la recensione perché il nocciolo della faccenda è questo, ma sarei scoraggiante e non è il mio scopo; però, è bene che il lettore sappia cosa lo aspetta aprendo la prima delle duecento pagine che compongono il testo, disorientante e complesso, dove nulla è come sembra. Un tredicenne palermitano viene segregato in una stanza buia da due donne decise (forse) a lasciarlo morire d’inedia. E in un monologo che unisce, confonde e travolge presente e passato, il ragazzino riepiloga una vita (la sua? Le date non combaciano, fate attenzione) parlando con gesù – sempre minuscolo, come minuscola è la scintilla di tante esistenze – visto che non c’è nessun altro a cui raccontare il proprio calvario… e purtroppo non mi escono alternative, gesù, ora che c’ho pensato, per cui rispondo con la prima cosa che mi è spuntata in testa, e ti dico che mi sentivo normale, ecco, e credo che la normalità sia la più grande felicità che possa capitare agli esseri umani, e insomma il mio tempo di allora lo vivevo come se il mondo era un posto sicuro che rimaneva sicuro se rispettavo le regole che c’erano da rispettare, e perciò Siediti qua e mi sedevo, Alzati e mi alzavo, e Mangia la calda minestra che poi si fredda e non ti piace più, e mi pare che a tredici anni funziona sempre così, la vita, e peccato che con l’età le cose si inguastano tutte. Quando si affronta un romanzo di Palazzolo (e di romanzo parlo perché non saprei come altro definirlo: giallo, thriller, noir, è tutto questo e molto altro) bisogna respirare a fondo, tuffarsi e credere fermamente che l’acqua là sotto ci sorreggerà. Solo così funziona, fede e coraggio perché non è mai una lettura facile sia per il contenuto, sia per la scrittura. Che, personalmente, trovo molto interessante perché in ogni libro di questo autore scopro una ricerca linguistica differente e qui le pagine mi dipingono la voce di un giovane che nel delirio della disperazione più pura se ne esce con frasi come: “è una furia di vivere che certe volte ti ammacca, va bene, ma che poi arcobalena sempre.” Sorprendente e struggente, sembra di ascoltare un filosofo contadino seduto su un masso sotto il sole sferzante di Sicilia, ma un filosofo triste, a cui la vita ha chiesto troppo e gli ha lasciato “la casa vuota, nessun rumore ad accompagnare le ore, solo dei pianti senza porte, ma chiusi a chiave.” Ecco, Palazzolo lavora dentro al nostro cervello e al nostro cuore, scava con una precisione certosina e fa male, ma regala molte emozioni durature e il piacere, davvero grande, di ascoltare la sua lingua nuova e universale. La storia? Irraccontabile ed è un bene, così si è obbligati a prendere in mano un libro che scompiglia i pensieri. E’ un grosso regalo che ci fa l’autore.
TRAMA
Palermo. Un ragazzino è segregato in una stanza buia. Due donne hanno appena sprangato con delle assi di legno la sua porta, per lasciarlo morire d’inedia. Nel frattempo scorre come un diario una lettera a Gesù crocifisso: una storia segreta e difficile, con un padre silenzioso, una madre arcigna, un prete che impartisce supplizi morali… Di chi è questa vicenda? E chi è quel ragazzo? Amaro e spassoso, carico di umorismo non meno che di crudezza, Con tutto il mio cuore rimasto è un libro sull’impossibilità della verità: una storia di trasfigurazioni e dissimulazioni, raccontata con straordinario ingegno. La novella sorprende a ogni pagina, con una prosa unica e deflagrante, di per sé in grado di spingere il realismo al grottesco e alla satira di costume. La scrittura, precisa, dura e travolgente, con inflessioni dialettali e in lingua parlata, dà voce e spessore a personaggi intrappolati in una cultura complessa, oscura e claustrofobica, dove imperano il dubbio e il senso di colpa, le distorsioni di una morale ai limiti del parossismo. Lo sguardo dei protagonisti sembra ingabbiato in questa dimensione, nella quale ognuno è incapace di sovvertire le regole del gioco. Proposto da Alberto Galla al Premio Strega 2022 con la seguente motivazione:
«Con tutto il mio cuore rimasto, di Rosario Palazzolo, ci consegna la nuova prova di un autore particolare, abile e originale nell’uso della lingua. La storia è il lungo monologo di un ragazzino chiuso in una stanza buia da due donne per evitare la diffusione di un peccato inconfessabile, non suo, sia chiaro. Il monologo con un gesù (volutamente minuscolo) che raccoglie la testimonianza, il diario letto da Concetto al buio, vergato su un quaderno a quadretti, a tratti spassoso, amaro, diretto e crudele che ci porta a conoscere una Palermo con tutte le sue figure rese potenti da un parlato che ben definisce ogni tratto caratteriale, psicologico e soprattutto racchiude in sé l’impossibilità della verità. Potente, deflagrante, un pugno diretto alla nostra coscienza, una scrittura innovativa e comunque coinvolgente, che lo rende a tutti gli effetti un monologo teatrale di grande intensità, un libro non certo convenzionale, e per questa ragione meritevole di attenzione.»
Barbara Monteverdi
Il link alla recensione su La Bottega del Giallo: https://bit.ly/3KqOMiE