“Il resto di Sara” su Word News
La nostra intervista a Valeria Ancione
«IL RESTO DI SARA» Incontriamo la giornalista sportiva, autrice del romanzo edito da Arkadia Editore, uscito il 17 febbraio.
Oggi parliamo del suo romanzo Il resto di Sara.
Buongiorno Valeria e benvenuta su WordNews.it! È un onore averti con noi. Come ti senti dopo la prima presentazione del tuo ultimo nato alla libreria di via Piave a Roma?
E’ stato un giorno molto bello. Sono venute tante persone a trovarci in libreria. Un libro è un incontro e questo ho voluto che fosse la prima giornata del mio romanzo. Ora sono in attesa di conoscere l’effetto che fa.
Partiamo dalla sinossi: È una notte lunga e afosa all’Ospedale Papardo di Messina. Intorno alla mezzanotte un’ambulanza, con l’infermiera Nenzi di servizio, trasporta una donna in condizioni gravissime. Si chiama Sara. Investita da un’auto mentre tornava a casa con la sua Vespa, finisce in sala operatoria per un intervento lungo e delicato alla testa. Al di là della porta del reparto si forma un bivacco di amici e parenti. In quella sala d’attesa, che diventa un luogo dove la vita si sospende, ci sono il marito Ale, la madre Piera, le zie, le amiche-sorelle Lisa e Angela. Nella stessa sospensione si ritrova l’infermiera del 118, ripiombata nel suo dramma personale che la riconduce a un evento di qualche anno prima. Per uno strano gioco del destino o del cielo, Nenzi si convince che Sara sia la soluzione per uscire da un dolore di cui è prigioniera. Il tragico evento diventa l’occasione di confessioni, ammissioni di colpa, voglia di ricominciare. Ricominciare da Sara.
Dopo una caduta c’è sempre una risalita?
Se si è disposti ad affrontare la fatica sì. Purtroppo spesso si cercano infiniti alibi, si costruiscono gabbie per non muoversi dalla caduta, costruendosi una vita comoda nel dolore o nella sconfitta. Ma faticare fa bene, sudare fa bene, superare i limiti fa bene, però lo si sa solo quando si inizia la salita. Ci vuole coraggio nel cambiamento.
Chi è Sara, la protagonista?
E’ una donna amata da tutti. E’ un collante e l’ipotesi che possa morire fa saltare gli equilibri, fa proprio impazzire. Per questo l’attesa diventa l’occasione per confessare a se stessi i limiti, gli errori e implorare la correzione. E la correzione la “salvezza” nell’immaginario di tutti in quella notte è la sopravvivenza di Sara. Ognuno dei personaggi presenti ha un intreccio importante con Sara. E Sara cosa pensa, soprattutto pensa, vede? Chissà…
Con questo romanzo Il resto di Sara, ci porti nello Stretto di Messina. Quanto influisce l’ambientazione nella storia?
Per me ha un significato importante. Avevo delle resistenze a raccontare la Sicilia, in particolare Messina. Temevo di essere troppo nostalgica. Ma alla fine il romanzo si è ambientato da solo dove voleva e doveva. L’ho anche scritto a Messina, quindi questa notte che sa di magia non poteva che succedere lì. E poi forse svolgendosi dentro un ospedale, quando i personaggi sono fuori avevo bisogno di aria, apertura, bellezza immediata com’è affacciarsi sullo Stretto.
Cosa significa Messina per te?
Casa, ritorno.
Come si manifesta in te la nascita di una storia?
Mi arriva un flash, qualcosa che vedo, che sento, che vivo e prende forma o subito o nel tempo.
Il tuo stile si distingue per via di una penna fluida che riesce ad arrivare direttamente al cuore delle cose, toccando da vicino un’ampia rosa di temi importanti, sia di matrice storica, sociale e attuale, sia dal carattere propriamente intimistico. Infatti, hai una grande attenzione verso le tematiche femminili che tratti con sensibilità e consapevolezza, e cerchi sempre un connubio verso il benessere universale della convivenza. Puoi dirci qualcosa a proposito?
Le donne sono la mia motivazione, la mia ispirazione. Mi piace pensare che nelle donne che racconto si ritrovino quelle che leggono. Ma non scrivo solo per le donne, le mie storie sono anche per gli uomini, non vorrei perdere un pubblico fondamentale dicendo che i mie romanzi sono per donne.
Sei madre di tre figli e hai un lavoro impegnativo in redazione, oltre a scrivere e pubblicare libri bellissimi. Come fai a coordinare tutto?
E’ sempre più difficile e faticoso. Invecchio dopotutto, è innegabile, e la stanchezza si fa sentire. Quando riesco mi isolo, butto giù tutto e poi piano piano ci lavoro.
Ci saranno altre presentazioni in giro per l’Italia?
Non lo so. Troppi limiti per il Covid, l’organizzazione diventa stressante. Preferisco passare per le librerie e incontrare persone nel mio libro come è stato a Roma.
Grazie Valeria per la tua disponibilità! C’è un messaggio che vorresti dare ai lettori di WordNews.it con cui concludere questa intervista?
Solo un inchino di ringraziamento per chi ha letto fino in fondo.
Il link all’intervista su Word News: https://bit.ly/3sVotLK