Atlante della nostalgia
Introduzione
Bianconi parla «delle dipendenze», qualche anno dopo rinforza il concetto con Betty e «una dose di qualcosa, una dipendenza».
In alcuni di questi racconti tornano o si palesano immagini di bevute, alcol, spring break, quindi di sesso lubrico e spontaneo, e la combinazione del primo con il secondo.
Il tema delle dipendenze credo sia molto fascinoso. Detto questo, il puro racconto, insomma la narrazione, non deve essere identificato con la vita vera dell’autore. Ho scoperto l’idea dello spring break su Pornhub (o non so che sito equipollente) e a lungo ho cercato di essere un bevitore disciplinato.
La verità è che tra vita immaginata, ideale, e risveglio mattutino malmostoso, o semplicemente routine quotidiana, scendi, guida, vai, compra, bacia, sorridi, spendi tempo in attività ludico-improduttive, vi è un solco enorme, e credo sia questo uno dei motivi per cui siamo ancora qui, disposti ancora a vivere.
I racconti parlano di questo, ma la realtà è che qualcuno di voi non mi crederà. Per cui proviamo a metterla così: questi racconti sono tutti veri (o inventati) allo stesso modo, e parlano tutti di me, e del mondo, allo stesso modo. Nient’altro. Non credetemi.