“La bambina dagli occhi d’oliva” sull’ANSA
La bambina dagli occhi d’oliva, nuovo libro Davide Grittani
esce 2 settembre 2021, liberamente ispirato a infanzia O’Riordan
(ANSA) – ROMA, 24 AGO – DAVIDE GRITTANI, ‘LA BAMBINA DAGLI OCCHI D’OLIVA’ (ARKADIA EDITORE, PP 190, EURO 15). Un romanzo sui sensi di colpa, sulla violenza ai bambini e sui colpevoli che non sanno di esserlo, liberamente ispirato all’infanzia e ad alcuni momenti della vita di Dolores O’Riordan, leader dei Cranberries, morta a 47 anni affogata nella vasca da bagno di un albergo di Londra, nel 2018. Arriva in libreria il 2 settembre ‘La bambina dagli occhi d’oliva’ dello scrittore e giornalista Davide Grittani, pubblicato da Arkadia Editore. Un appartamento in centro, un disegno sotto la carta da parati: macabro e profetico, dimenticato per trent’anni. Tocca a Sandro Tanzi, ultimo testimone di una borghesia senza scrupoli, scoprire cosa sia successo in quella stanza, come mai quel disegno chiami in causa i suoi genitori e per quale motivo sia collegato alla nuova inquilina del palazzo, la bellissima e misteriosa Angelica Capone.Attraverso una narrazione visiva, quasi cinematografica, a tratti sensoriale, Grittani, autore tra l’altro di ‘E invece io’ (Robin) presentato al Premio Strega nel 2017 e de ‘La rampicante’ (LiberAria), presentato al Premio Strega 2019, racconta le quotidiane colpe degli innocenti e i delitti che commettono anche i giusti, riportando al centro della scena i fantasmi solitamente più duri a morire: i nostri sensi di colpa. Accanto all’incredibile storia di Sandro e Angelica scorrono le voci e i volti di chi è stato condannato a sopravvivere, l’aristocrazia delle vergogne messe a tacere, gli anziani parcheggiati nelle case di cura e gli stranieri chiamati a prendersene cura, sullo sfondo della città più bella del mondo in agonia. Partendo dall’omaggio a Dolores O’Riordan, che dai 4 ai 12 anni era stata lasciata dai genitori, per poter andare a lavorare, in custodia di un cattolicissimo irlandese amico di famiglia, il quale ha abusato ininterrottamente di lei per 8 anni, il romanzo prende in prestito un destino per raccontare una violenza di cui si parla sempre poco e male. Come si legge nel retro di copertina: “quello che facciamo ai bambini resta per sempre. Provano continuamente a dirci cosa gli è successo, con le parole, con i gesti e con i disegni, attraverso i loro strani comportamenti, ma preferiamo ignorarlo perché dovremmo chiederci noi dov’eravamo, cosa stavamo facendo mentre supplicavano il nostro aiuto”. (ANSA).
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