Competenze contro il bullismo

COMPETENZE PER VIVERE E SOPRAVVIVERE

I contesti educativi, come quelli famigliari e scolastici, si trovano quotidianamente nella condizione di dover affrontare rapidi, continui, improvvisi cambiamenti, seguire e inseguire una società in frenetica mutazione, fronteggiare nuove sfide e tenersi al passo con i tempi. La superficialità dei rapporti interpersonali, spesso mediati da un computer, le maggiori possibilità di isolamento sociale, l’instabilità dei nuclei famigliari sottoposti a numerose sollecitazioni, la precarietà delle posizioni lavorative, l’incertezza per il futuro, il radicale mutamento delle città, la diffusione della tecnologia e il bombardamento di informazioni sono un esempio del drastico cambiamento sociale e culturale che esercita una forte pressione sul nostro modo di pensare e di agire, anche al di fuori della nostra consapevolezza.
Non di rado ci capita di ascoltare interviste o leggere articoli sull’abbassamento della soglia di povertà, intesa non solo come crisi economica ma anche come un vero e proprio dissesto morale e culturale. Esclusione sociale, forme di disuguaglianza, privazione del diritto di imparare e formarsi, riduzione delle opportunità educative e istruttive fanno parte di un’altra categoria di povertà, quella educativa.
Davanti a questo panorama, le figure genitoriali ed educative non possono stare a guardare.
Quale rotta devono intraprendere le famiglie in questo mare in tempesta? Quali sono gli strumenti di orientamento e di sostegno che i genitori possono adottare nei confronti dei loro figli? Quale relazione instaurare con loro? Quali strumenti di apprendimento potrebbero risultare più efficaci? Quali percorsi educativi si possono progettare e realizzare? Quali obiettivi prefissarsi?
In questa società ambigua, mutevole, frenetica, colorata e diversificata, ai nostri figli servono, più che mai, punti fermi, valori guida, esempi di onestà e affidabilità, stabilità nelle relazioni con le figure di riferimento. Ma soprattutto i ragazzi hanno bisogno di abilità e competenze per avviarsi all’autonomia, al fine di creare delle certezze e delle stabilità “interne” che non possono trovare nel contesto esterno.
Il rapporto con i giovani non può essere trascurato, delegato o affrontato con superficialità. I genitori, almeno quelli più consapevoli, possono focalizzare l’attenzione sulla qualità della relazione con i loro figli, li osservano, li sostengono nella sperimentazione, li avviano all’autonomia, li stimolano all’apprendimento. Le figure genitoriali hanno la responsabilità di preparare i giovani ad affrontare le innumerevoli problematiche della vita, a schivare i rischi più pericolosi, a gestire le criticità, a trovare soluzioni ai problemi quotidiani e a sapersela cavare da soli.
“Il vento e le onde sono sempre a favore dei navigatori più abili”. La citazione di Edward Gibbon enfatizza l’importanza delle abilità del marinaio per superare il mare in tempesta. Così come il giovane, più è competente maggiori sono le sue possibilità di affrontare, gestire, al meglio, le turbolenze, le crisi e i malesseri del percorso di vita.
Da questa prospettiva, coloro che assumono un ruolo educativo e genitoriale non possono trascurare l’importanza degli apprendimenti e delle capacità del giovane, in quanto sono proprio questi gli strumenti di navigazione e di sopravvivenza, le modalità per affrontare la società, le armi pacifiche per fronteggiare la guerra silenziosa del disagio, della violenza e della discriminazione. Le competenze che i bambini e i ragazzi riescono ad apprendere nei primi anni di vita possono fare la differenza. Le capacità di adattamento e di cambiamento, di socializzazione e di relazione, di gestione dello stress e delle frustrazioni, sono un esempio di competenze trasversali utili ai giovani per vivere e sopravvivere.