“Bruciati vivi” su I libri di Mompracem
STORIA DI LUISA, INSEGNANTE CHE NON CI CREDE PIÙ
Luisa è una donna sui cinquant’anni, è sposata con Thomas e ha un figlio, Lorenzo, che però non vive più coi genitori. Luisa fa l’insegnante, insegna Diritto, una materia che le recenti riforme hanno ridotto all’osso e che rischia di scomparire dalle aule scolastiche. Luisa vive il suo lavoro con noia, fastidio, insofferenza. Racconta un intero anno scolastico in forma di diario quasi giornaliero, descrivendo una vita ripetitiva, monotona, fatta di azioni ripetute e prive di significato. È così che Daniela Stallo ha scelto di raccontare, nel suo Bruciati vivi (Arkadia editore), la storia di un’insegnante affetta da burnout. Attraverso le brevi, incalzanti annotazioni quotidiane, con uno stile secco e privo di sbavature, riesce a rendere perfettamente il vuoto, l’insignificanza di una vita costretta in una forma che non le si addice. Tutte le mattine Luisa si alza presto perché per raggiungere la scuola deve farsi un’ora di macchina; arriva a destinazione e incontra i colleghi, con i quali non riesce a intavolare relazioni amichevoli; infine va in classe e svolge senza passione un lavoro che non le dà alcuna gioia, alcuna soddisfazione. Non ama i ragazzi, non è animata da ideali, è solo stanca e demotivata, o forse è solo più lucida di certi altri che l’insegnamento se lo fanno piacere, che aderiscono a progetti e ammantano la loro attività di parole altisonanti. Nella svogliatezza di Luisa si possono intravedere alcuni dei mali che da decenni affliggono la scuola, le mille riforme inconcludenti e contraddittorie, lo svilimento del ruolo del docente, la burocrazia sempre più pervasiva; ma il male di Luisa va oltre queste innegabili magagne, è un “male di vivere” che coinvolge tutta la sua esistenza. Lo dimostra il rapporto del tutto appiattito col marito Thomas, la noia di sbrigare le faccende di casa, la stessa qualità del cibo che Luisa e suo marito consumano: minestrine al burro, funghi surgelati passati in padella, pizza da asporto, braciolina. C’è da stupirsi se il malessere di Luisa sconfina in gesti estremi? Con una scrittura asciutta e molto efficace, Daniela Stallo riesce a tracciare il quadro spietato di un mestiere subito e non amato, di relazioni umane insoddisfacenti, di una vita che va avanti quasi per inerzia, fino alla conclusione inevitabile. Un libro che non si dimentica facilmente.
Marisa Salabelle
Il link alla recensione su I libri di Mopracem: https://bit.ly/3apWiLk