“Non è di maggio” su La Sicilia
Istigazione alla lettura scientifica
Luigi Romolo Carrino, nel nuovo “Non è di maggio”, candidato al Premio Strega invita il lettore in un mondo fatto di fisica quantistica, telecinesi e relatività
Nel quadriennio 2009-2013 Luigi Romolo Carrino è stato selezionato, con due romanzi, al Premio Strega. Le attenzioni dell’autore campano, rivolte alle diverse sfere del ‘naturismo’ esistenziale, lo hanno promosso a scrittore di levatura dai tratti stilistici importanti, crudi, schietti e diretti. Carrino non esalta la smielatura, né l’eccesso, né la fiction tout-court: proprio come si evince ad esempio da ambientazione e temi dei suoi romanzi, ma anche racconti, dove il richiamo a luoghi reali con vissuti che possono essere visibili all’ordine del quotidiano, sono presenti, ma è la sua vena ispiratrice che riesce, così ci appare, a intersecare il dato oggettivo da quello narrato che sfuma di non certezza scientifica. Nel nuovo romanzo, il n. 9 della collana SideKar dell’Editore Arkadia, dal titolo “Non è di maggio” (pp. 256, € 16) – anche questo candidato al Premio Strega 2021 – notiamo infatti che non c’è intenzionalità di attenersi a leggi scientifiche applicate e riconosciute. Non si creino fraintesi: l’autore dimostra dimestichezza, ma per rendere il romanzo ‘umanissimo’, anche a coloro che non hanno nessuna idea di cosa possano essere ‘tecnicamente’ teoremi e teorie sulla telecinesi, sulla fisica quantistica, sulla legge della relatività e altre ancora riprese nella sua nuova opera, preferisce narrarne in un parallelo che, e qui è da plaudire in quanto ‘istigatore alla lettura’, permette al lettore di non staccarsi per andare a cercare nei dizionari fisici o virtuali di cosa sono virtuosi i suoi personaggi. Di questi possiamo dirvi che nonostante vi sia una figura centrale, Salvo, non esiste prediletto protagonista: può essere l’amico in cui si riconosce Salvo, Nuccio affetto da autismo, può essere il ruolo della madre, ce n’è più di una, ma anche Rosina, che ha un ruolo potente da renderla protagonista in solitaria, ma anche in coppia, proprio con Salvo che, a dir dei meno eruditi, è un mago che possiede doti, talenti, esperienze fuori dall’ordinario; ma può essere anche il paesaggio e luogo annesso, l’isola di Procida, se non azzardarci a riferire che possano essere le due donne alle quali ha dedicato il romanzo: Anna Maria Ortese e Elsa Morante. Salvo, dicevamo, è solo o si sente solo? Certamente il contrasto del disagio d’adattamento è chiaro e palese e chi ci sentiamo di riportarlo: chi ha negato a Salvo il bene primo e assoluto, dunque la madre? La stessa! E perché? Poniamoci queste due domande e capiremo che tutto ciò che esiste è lì innanzi a noi, ma spiegandola con il noumeno – di matrice kantiana – ciò che è pensabile nella sua essenza, è inconoscibile della medesima realtà. C’è dunque della filosofia, stupenda e maggiore, per nulla complessa, ma grazie a un maestro, lo stesso autore, che la rende comprensibilissima, mettendoci dentro argomentazioni sociali, un classico della sua opera tutta, che spingono oltre il ‘delitto’ della sofferenza inflitta e autoinflittasi. Chi è Carrino se non un filantropo che vuole spargere, forse a fronte dell’abbattimento di troppa ignoranza, proprio quella che è usata a scopo di furbizia per distruggere moralmente “l’altrui eguale”, con la schiettezza, prima citata, al fine di ampliare, livellare e rendere note le potenzialità di qualunque persona, che, e ritorniamo alla filosofia, eserciti, costi anche la monade (ma anche l’atto in atto dell’entelechia aristotelica), il migliore dei mondi possibili di leibniziana memoria? Non possiamo affermarlo con rigore: ma suggestioni di certezza le abbiamo ecco perché decisamente lo consigliamo.
Salvatore Massimo Fazio