“Sardegna. Un piccolo continente. Le zone interne” su L’Unione Sarda
Il viaggio fotografico di Gianni Sirigu nelle zone interne
Un prezioso volume edito dalla casa editrice cagliaritana Arkadia
«Una summa delle bellezze naturalistiche, e non solo, più significative della nostra terra millenaria, splendida ma ancora poco conosciuta». Questo, nei propositi dell’autore Gianni Sirigu, vuole in sintesi essere il volume fotografico “Sardegna. Un piccolo continente. Le zone interne” (Arkadia 272 pagine, €70).
Un itinerario che, prendendo le mosse dal sud dell’Isola, raggiunge le pianure, le colline e infine le montagne dell’interno immortalando passo dopo passo (le istantanee, di grande suggestione e corredate da testi esplicativi sono oltre cinquecento) fauna, flora, paesi monumenti, abiti tradizionali, specialità gastronomiche, oggetti d’arte.
Panorami
Se il verde, il giallo e l’azzurro del cielo contraddistinguono i panorami di pianura – tra il Campidano e la Nurra, occupano il 18,5% del territorio sardo – in montagna svetta il bianco delle rocce nude, mentre tutt’attorno nuraghi, pozzi sacri e domus de janas raccontano di un passato glorioso e misterioso. Le foto di Sirigu omaggiano la muta sacralità delle tante chiese campestri, fermano il volo dell’astore sardo, dell’assiolo e del falco pellegrino, mentre nei boschi girovagano i cinghiali e guizzano le martore. In quel di Desulo le donne splendono nei loro costumi tradizionali, a Mamoiada i mamuthones danzano per carnevale, e quando il maialetto arrosto a Ulassai gira sullo spiedo, beh, sembra quasi di avvertirne l’invitante aroma.
L’autore
Nato a Orroli sessantadue anni fa, apprezzato fotografo naturalista (da tempo collabora con la Regione Sardegna, il WWF e associazioni ambientaliste in ambito nazionale e internazionale), curatore di pubblicazioni e mostre tematiche, Sirigu spiega: «Coi suoi panorami mozzafiato, le acque cristalline, i percorsi storici e culturali di enorme interesse, la Sardegna è davvero un continente a sé stante. Con gli scatti racchiusi in questo libro ho cercato di cogliere un assaggio della peculiarità di una terra antica e fiera delle proprie tradizioni».
Fabio Marcello