“Gli ingranaggi dei ricordi” su La casa delle storie
GLI INGRANAGGI DEI RICORDI DI MARISA SALABELLE
Cagliari, 1943. Dopo l’ultimo bombardamento, Generosa lascia a malincuore la città devastata e si rifugia in un paese dell’interno con i figli e due donne di servizio. È in pena per il marito, rimasto nel capoluogo in qualità di medico all’ospedale militare, per il figlio che deve nascere e per quelli che ha già, ma soprattutto è in pena per sua sorella Gisella e suo fratello Silvio, che vivono a Roma e pare siano coinvolti nella lotta partigiana. Olbia, 1943. Felice ha 18 anni e, con le due sorelle Bella e Demy, accompagna il padre a imbarcarsi sul traghetto che lo condurrà sul Continente. Ora tocca a lui prendersi cura delle ragazze, in un lungo vagabondaggio che percorrerà l’isola da nord a sud, da un paese all’altro, tra mille disavventure e incontri bizzarri. Roma, 1944. Un attentato in via Rasella provoca la morte di 33 soldati tedeschi e due civili italiani. Il giorno dopo, per rappresaglia, i germanici uccidono 335 italiani alle Fosse Ardeatine. Con Gli ingranaggi dei ricordi la Salabelle racconta tre storie di uomini e donne in guerra, ispirate a fatti realmente accaduti, in particolar modo le vicende dell’eroico Silvio e dell’eccidio delle Ardeatine.
Introduzione
Che cos’è veramente la Storia? C’è chi la definisce maestra di vita, chi un susseguirsi di eventi che si ripetono nel tempo. Una sola cosa è certa. Non abbiamo realmente capito niente, se oggi come ieri, si continuano a fare gli stessi errori. Dovremmo avere più cura del passato perché lascia orme che non si cancellano con l’acqua del mare anzi si porta un peso enorme che resta chiuso nell’ abisso del cuore fino a quando diventa insostenibile e ha bisogno di uscire per non soffocare. La parola scritta rappresenta un binomio particolare perché può essere il balsamo della memoria ma anche un’arma da cui il potere vigente ha sempre nel corso del secolo mostrato terrore e ha cercato con ogni mezzo possibile di allontanare tutti coloro che ne sono rimasti o ne rimangono affascinati. Lo scrittore è l’eroe di ogni tempo, muta il suo costume ma non la sua voce e la sua forza, perché è colui che ha un compito che diventa ogni giorno sempre più gravoso ma estremamente stimolante quando trova l’appoggio di alcuni che non vogliono nascondere la testa sotto la sabbia Lo scrittore infatti, è colui che ci conduce verso una nuova alba, che ci permette di apprezzare lo straordinario calore della conoscenza. Ciò diventa ancora più importante quando si decide di scrivere un romanzo storico. La storia siamo noi canta De Gregori ed è un grido di battaglia incontestabile , noi in quanto esseri umani , abbiamo il diritto e il dovere di rispettare ciò che siamo per fare in modo che sia il bene sia il male delle nostre azioni non sia insabbiato dal tempo o da altri uomini , perché ciò che si nasconde oggi comporta la dimenticanza e la non conoscenza da parte delle generazioni future . La verità non va bistratta perché altrimenti tutto si trasforma in una semplice e misera interpretazione che diventa subito un racconto alterato che profuma di leggenda metropolitana. Marisa Salabelle con questo romanzo fa compiere un viaggio tortuoso tra le delicate pieghe della memoria per essere persone migliori e riaccendere la speranza che crediamo perduta.
Aneddoti personali
Ho avuto il piacere di conoscere Marisa nel ruolo di relatrice di alcune presentazioni online, poi mediante il nostro amico comune Giovanni Agnoloni ho scoperto che è una scrittrice. Per me questo romanzo ha significato molto, non solo perché l’ha scritto una persona che con il tempo è diventata una cara amica, ma perché proprio con lei ho iniziato una nuova bellissima avventura attraverso la partnership con un altro blog, quella delle dirette. Il libro ha una storia veramente emozionante, per scoprirla almeno un po’, vi invito a leggere la recensione.
Recensione
Salire sul carro dei vincitori è sempre più comodo ma chi può gridare al cielo di aver vinto davvero? Tutti in qualche modo ad un certo punto dell’esistenza, ci ritroviamo a farne un bilancio e nessuna di queste si salva dal radar del dolore e delle rinunce. Singhiozzi soffocati, visi rigati dal pianto, dietro ogni lacrima c’è una storia che merita di essere raccontata prima che si giunga sul letto del fiume per l’eterno riposo. Il fiume della Storia troppe volte si è macchiato di rosso, ha soffocato ribellioni idealistiche in nome di qualcosa di ancora più grande la potenza egemonica che poi è sempre stata susseguita da un delirio di onnipotenza che inevitabilmente ha segnato ogni corpo, ogni cuore, ogni famiglia , inserendo tutto questo nell’ album della memoria .Di tutto questo parla Gli ingranaggi dei ricordi, facendo emergere una delle pagine meno conosciute della storia sarda ma tra le più efferate del Novecento ricordando che Cagliari è stata la seconda città più bombardata dopo Napoli durante la seconda guerra mondiale . È così che l’autrice con maestria, un ritmo scorrevole e una scrittura vivida riesce a far convergere l’universale e il privato. La storia si svolge su tre piani narrativi diversi quelli di Generosa e Demy nel passato e Kevin e Carla nel presente. Le due storie da parallele trovano una strada comune toccherà a voi scoprire quale, ma fin dall’ inizio appare chiaro che le quattro voci nonostante la differenza generazionale, come i personaggi della Alcott portano un fardello, sono poi accomunate dalla voglia di riaffermazione del loro essere per troppo tempo frammentato. Quello di Marisa Salabelle è infatti un romanzo sulla riappropriazione. Essere lontani non vuol dire dimenticare le proprie origini. Raccontando la società dell’epoca, tipicamente maschilista l’autrice decide di dar voce a due donne perché le donne erano e sono le custodi della memoria e della tradizione, toccando gli ingranaggi giusti la Salabelle ci porta tra partigiani e Gap e fa riemergere la figura di Silvio Serra dall’ oblio della dimenticanza. Un moderno ciclo di vinti, piccoli grandi eroi, per altrettante storie che ci mostrano l’altra faccia della medaglia segnata da sfollamento e isolamento. Un canto esclusivo fondato sulla cultura e le rimembranze, cullando l’animo nel silenzio della ricerca esistenziale e toccare con estrema accuratezza le corde più segrete del cuore per avere oggi e sempre la voglia di ricominciare.
Conclusioni
Consiglio questo libro a tutti coloro che vogliono compiere un viaggio pieno di emozioni contrastanti ma che risveglia il senso critico, su storie che spesso nessuno racconta.
Il link alla recensione su La casa delle storie: https://bit.ly/3kDkAEC