“Come una barca sul cemento” su Blow Up
Romanzo
Roberto Saporito
Come una barca sul cemento
Se c’è un maestro dei piccoli spazi, in Italia, quello è Roberto Saporito. Padroneggia come pochi la misura del romanzo breve, quella cosa a metà tra racconto e romanzo: lo fa, oltretutto, scandendo la sua narrazione in 49 brevissimi micro-capitoli in uno stile cristallino ed essenziale, per di più in un’insolita ma efficace seconda persona. Saporito al suo personaggio dà del tu, come se gli stesse di fronte; come se gli intimasse ciò che sta per succedere. Quanto alla storia, parte con un uomo non più giovane che vive facendo il custode di un porticciolo: aveva un altro lavoro ma l’ha perso, viveva a Roma ma se n’è dovuto andare. Le sue giornate le occupa girando in vespa e bazzicando sui social. E proprio su Facebook rintraccia due vecchie amicizie femminili. Flavia e Linda; la prima sposata e benestante, la seconda scrittrice e convivente con un’altra donna. Si vede con Flavia, e tra i due si accende un certo interesse, che non resta platonico, ma li porta rapidamente a letto… riassumere la storia oltre questo punto sarebbe sacrilegio, come pure accennare al finale, anche se rimanessi sul vago. Diciamo che alla base di questo romanzo compatto e trascinante c’è la dimensione virtuale offerta dai vari social media, che consente di ritrovare persone incontrate tanti anni fa e delle quali non abbiamo saputo più niente; e questa possibilità può farci recuperare il tempo perduto, cogliere occasioni che c’eravamo fatti sfuggire. Ma ogni incontro porta con sé un bagaglio che può essere gravoso, se non pericoloso. E intrecciata alla vicenda principale c’è, in contrappunto, presentata attraverso le notizie della radio e dei giornali, la storia di un bambino scomparso, forse rapito, forse ucciso. Ma dove sta veramente il male in queste due vicende? Per scoprirlo bisogna arrivare alla fine: non ci metterete molto, garantisco.
Umberto Rossi