“Il desiderio imperfetto” su M Social Magazine

“Il desiderio imperfetto” di Sebastiano Martini | RECENSIONE

Le aspettative generano inquietudine, oltre ad una febbrile speranza. L’attesa, a volte, illude il desiderio sgonfiando la fiducia riposta nelle proprie ambizioni. Capita anche di non averne, di vivere senza il frizzante slancio della conquista. Alcuni scaricano la troppa tensione emotiva con la scrittura. Ma in essa non c’è quiete, tutto il contrario. Scrivere è uno sforzo, specie per gli scrittori veri. E’ facile riempire i fogli d’inchiostro, cosa ben diversa e decisamente più complicata è scrivere un libro che sappia dire qualcosa, che faccia la differenza, che sia accolto dall’editoria, dai lettori, dalla critica. L’arte, la letteratura, la musica e le svariate forme espressive, non sono fatte per una sola voce, quella del talento, e si aprono a più orecchie, non solo a quelle esercitate degli addetti ai lavori. Abbracciano tutti e le trovi in ogni cosa, ovunque, per trasferirle poi nel teatro della vita. Nel realizzare i propri sogni bisogna sostare nelle ore buie, tormentate. Chiudere gli occhi, fantasticare, attendere e poi come viene viene. In Il desiderio imperfetto di Sebastiano Martini sei a Montemarcello un piccolo borgo, incastrato tra la Liguria e la Toscana, affacciato sul mare. Lì vivono due amici fraterni, Enrico e Fabrizio. Il primo ha in serbo un destino da artista, ambizione che coltiva sin da bambino. il secondo, invece, legge molto e scrive di più, vuole diventare uno scrittore. Nel suo percorso di formazione scopre la grande letteratura come quella di Vincenzo De Petri, il famoso autore che trascorre le sue estati in paese. Fabrizio si imbatte, poi, nella figura di Ines, una donna anticonformista, giornalista e critico lettererio, che si offre di aiutarlo a trovare un editore per il suo romanzo. Mentre le aspirazioni di Enrico, sospinte dall’intraprendenza, paiono concretizzarsi, i sogni dell’amico si frantumano nella complessità del mondo editoriale.
Il romanzo si apre e si chiude nell’intima frustrazione dei desideri che sino a quando non conoscono la luce restano imperfetti. La scrittura è evocativa, in certi passaggi è sublime, in altri è piatta. Nel complesso però è giudiziosa, porta alla riflessione.

 

Lucia Accoto

 

La recensione su M Social Magazine


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