“Erano gli anni” sul Corriere della Sera
I libri che leggeremo a febbraio 2024
Nelle scorse settimane si è rimesso in moto il mondo dell’editoria. Tra i romanzi da recuperare ci sono il ritorno del Premio Pulitzer Michael Cunningham e un inedito di Stefano D’Arrigo rispolverato dagli archivi fiorentini, ma anche storie che si interrogano sul rapporto tra padri e figli, racconti di rinascita al femminile e riflessioni sullo sviluppo della tecnologia
Gennaio ha rimesso in moto il mondo dell’editoria, portando sugli scaffali delle librerie nuove storie da tutto il mondo. Tra i romanzi da recuperare ci sono storie che si interrogano sul rapporto tra padri e figli, ognuna mettendone in luce sfumature diverse: I folgorati di Susanna Bissoli, Messaggio per mio figlio di Alejandro Zambra, Quello che serve di notte di Laurent Petitmangin e Tangerinn di Emanuela Anechoum. Poi ci sono storie di rinascita, come quelle di A casa di Judith Hermann e Cuore nero di Silvia Avallone; c’è un inedito di Stefano D’Arrigo appena uscito dagli archivi e c’è il ritorno del Premio Pulitzer Michael Cunningham. Sono solo alcuni dei romanzi che leggeremo a febbraio (QUI QUELLI CHE VI AVEVAMO CONSIGLIATO A GENNAIO).
Cuore nero – Silvia Avallone
Nascosto tra le montagne, raggiungibile solo attraverso una ripidissima strada sterrata, c’è il minuscolo borgo di Sassaia, immobile nel tempo e nello spazio con le sue casette arroccate. Lontano da tutto e da tutti. Per questo quando un giorno sbuca Emilia la sorpresa di Bruno, che lì si è rintanato isolandosi dal mondo, è forte. Chi è questa donna dai capelli rossi e dall’accento straniero, magrissima, adulta nel corpo di un’adolescente? Quando si incontrano entrambi vedono negli occhi dell’altro un abisso. Tutti e due sono segnati dal male. Solo che Emilia il male lo ha compiuto di mano propria, Bruno lo ha subito. Lei è stata in carcere a lungo per espiare le sue colpe, lui si è rintanato ai confini dell’universo, lì a Sassaia. Quando iniziano a frequentarsi, Emilia fa di tutto per nascondere a Bruno il suo passato. Ma non esiste amore senza verità. Silvia Avallone torna in libreria per Rizzoli con Cuore nero.
I folgorati – Susanna Bissoli
Vera decide di tornare a casa del padre Zeno quando scopre di essere di nuovo malata. Le è tornato il cancro al seno, lo stesso che ha già ucciso sua madre e altre donne della sua famiglia. Anche Zeno – burbero, testardo e dalla lingua lunga – non sta benissimo: ha una gamba sempre più malandata. Potranno aiutarsi a vicenda, pensano. Lì, in quella casa dove Zeno ha vissuto a lungo da solo, Vera scopre decine di quaderni pieni di parole. È un romanzo, scritto dal padre. Come è possibile? Ha solo la quinta elementare. Lui le affida il compito di trascrivere al computer i manoscritti. D’altronde lei ha sempre voluto essere una scrittrice. Vera e Zeno sono i due protagonisti de I folgorati di Susanna Bissoli, in libreria per Einaudi.
A casa – Judith Hermann
A casa di Judith Hermann – pubblicato da Fazi Editore, con la traduzione di Teresa Ciuffoletti – ruota intorno a una donna di cui non ci verrà mai detto il nome. Di lei però si sa più o meno tutto il resto. Ha da poco lasciato il marito e pensa sempre alla figlia, intenta a girovagare per il mondo. Ha trascorso una vita isolandosi e nascondendosi dagli altri, come ha scelto di fare anche dopo la fine del matrimonio: si è trasferita in una casa al mare, poco lontano dal paesino dove quello sfaccendato di suo fratello ha aperto un pub. Una notte succede qualcosa che rompe la crisalide dove si era rintanata. Apre gli occhi sul paesaggio che adesso è la sua casa. Lo vede con occhi diversi. Stringe amicizia con Mimi, la vicina di casa. C’è spazio addirittura per l’amore nella sua rinascita al contrario.
Il compratore di anime morte – Stefano D’Arrigo
Ci sono storie che restano nascoste per anni prima di vedere la luce. Sono rimaste per la precisione nell’archivio del Gabinetto Vieusseux di Firenze quelle de Il compratore di anime morte di Stefano D’Arrigo (Rizzoli), adattamento de Le anime morte di Nikolaj Gogol’ in cui l’autore siciliano dispiega tutta la vena satirica che lo consacrò nel secolo scorso. Cirillo, rimasto orfano della Madonna, non ha mai smesso di sperare in un’adozione. Nemmeno dopo aver compiuto 30 anni. Per un curioso colpo di scena, in un viaggio che lo porta tra la Sicilia e Napoli dell’800, tenta la scalata della sfera nobiliare borbonica. Si sparge la voce della sua abilità di azzeccare tutti i numeri del lotto. Il principe Don Ettorino di Margellina, che giocando si è bruciato tutto, decide di adottarlo. Cirillo ha un’idea che dovrebbe risanare le finanze disastrate del principe: vendere allo Stato le anime morte della Sicilia, cioè i cittadini scomparsi dopo l’ultimo censimento. Si può guadagnare molto su di loro, facendo leva su una legge mal scritta. Sullo sfondo dell’arrivo di Garibaldi sull’isola, si insinua in un’aristocrazia vuota e stressata da debiti e pettegolezzi. Conoscerà anche l’amore.
Il cliente Busken – Jeroen Browers
Busken è un erudito latinista e un sommo poeta che si esprime attraverso codici segreti. Non solo: è anche un ingegnere robotico e un neurochirurgo. Così la pensa lui. Per gli altri non c’è nulla di vero in tutto ciò: i medici di Villa Madeleine, casa di cura in cui si ritrova intrappolato suo malgrado, lo vedono come uno dei tanti pazienti dementi di cui si occupano. Forse un po’ più mitomane rispetto agli altri. Busken è arrabbiato e non capisce cosa ci fa in mezzo ai rincitrulliti. Decide quindi di chiudersi in un inscalfibile silenzio e di fingersi incapace di intendere e di volere. Attraverso la lente di un problema agli occhi che gli fa vedere il mondo tinto di blu, Il cliente Busken dell’olandese – defunto – Jeroen Browers (Iperborea, con le traduzioni di Claudia Di Palermo e Francesco Panzeri) sfodera un humor nero che non risparmia nessuno, dai medici agli altri pazienti. Intanto con la mente torna indietro a quando la mamma non gli dava l’amore di cui aveva bisogno, andando a segnare il tragitto di un’esistenza futura passata tra libri e deliri. Scappando dal dolore.
Day – Michael Cunningham
Bastano tre giorni dentro le vite degli altri per capire che ne sarà di loro. Forse non è sempre davvero così, ma lo è nel caso di Dan e Isabel, i protagonisti di Day di Michael Cunningham, che torna in libreria a nove anni da Un cigno selvatico per La Nave di Teseo, con la traduzione di Carlo Prosperi. Li conosciamo il 5 aprile 2019, nella loro casa tipicamente in mattoni di Brooklyn. Il loro matrimonio un tempo felice si sta sgretolando lentamente. Tutti e due sembrano essere attratti soltanto da Robbie, il ribelle fratello minore di Isabel, in procinto di lasciare il loro attico. Solo la sua presenza, e non quella dei figli, sta facendo da collante a una storia d’amore in appassimento. Un anno dopo, il 5 aprile 2020, il mondo è in lockdown per il coronavirus. Dan e Isabel, entrambi frustrati, sono bloccati insieme. Robbie è invece in Islanda, bloccato anche lui, in una baita di montagna, mentre porta avanti una vita segreta su Instagram. Il 5 aprile 2021 è il punto di arrivo di questo romanzo con struttura a trittico simile a quella de Le Ore, che a Cunningham valse il Pulitzer.
Corpi mobili – Jane Sautière
La Nuova Frontiera riporta in Italia Corpi mobili, l’ultimo scritto di Jane Sautière, dove memoria corale e storia personale si intrecciano nel racconto degli anni dell’autrice a Phnom Penh, dove ha vissuto dal 1967 al 1970. Ombre, forme, oggetti sono i corpi mobili del titolo, simboli di persone e sensazioni che hanno riempito il passato di Sautière e che adesso vivono sulla carta stampata per non essere mai dimenticati. I fratelli morti prima che potesse conoscerli, i genitori, gli amori. La vegetazione e i colori della città, il sapore esotico dei frutti, l’umidità del Vietnam. La traduzione è di Silvia Turato.
Tangerinn – Emanuela Anechoum
C’è dell’umoristico, del tenero e del tragico nell’esordio letterario di Emanuela Anechoum, Tangerinn (edizioni e/o). Mina si è trasferita da un piccolo paese del Sud Italia a Londra, dove è riuscita a ritagliarsi il suo spazio tra i “giusti”. A 30 anni, la madre la avvisa che il padre è morto. Torna a casa per i funerali, ma alla fine rimane più del previsto in quel paesino sul mare dove rimette insieme i pezzi di cosa è rimasto del padre e ne ricostruisce la memoria. Lui era arrivato in Italia dal Marocco, poi aveva aperto un bar sulla spiaggia che nella sua testa sarebbe diventato un posto sicuro per chi, arrivato da lontano come lui, non si sentiva a casa. Mina fa così i conti con le sue molteplici origini e ritrova pian piano i pezzi che compongono quel misterioso uomo che era suo padre.
Erano gli anni – Daniele Congiu
Daniele Congiu torna nella sua Cagliari e affida a un bambino di 10 anni il compito di raccontare le vicende di una famiglia caduta in rovina. Mentre il protagonista di Erano gli anni (Arkadia) cresce, ci si sposta tra epoche storiche: l’inizio del ‘900, il fascismo, i favolosi ’60, la modernità. Tutto da un quartiere periferico del capoluogo sardo, dove attraverso la voce del protagonista si sviluppano riflessioni sull’infinito antagonismo generazionale, la povertà, il bullismo. Con un approccio costruttivo: in lui c’è un senso di giustizia e il desiderio di trovarsi uno spazio in cui essere libero.
Messaggio per mio figlio – Alejandro Zambra
Alejandro Zamba mischia poesia e narrativa per provare a mettere nero su bianco cosa vuol dire padre e al tempo stesso essere figlio. Il narratore di Messaggio per mio figlio (Sellerio, tradotto da Maria Nicola) entra nei meandri di questo complicato rapporto partendo dai primissimi momenti insieme al figlio Silvestre (anzi anche da prima, dall’incontro con quella che sarebbe diventata la madre). Poi si passa alla relazione con suo padre, dimenticato e incompreso tra i litigi e le riconciliazioni che si alternano negli anni, che intanto è diventato nonno.
Quello che serve di notte – Laurent Petitmangin
In Quello che serve di notte di Laurent Petitmangin il rapporto tra padre e figli diventa l’espediente per calarsi in una riflessione più ampia sul ritorno delle formazioni di estrema destra in Europa. Qui siamo nella Francia operaia della Lorena, dove un vedovo socialista convinto fa del suo meglio per crescere i due figli: Gillou è molto simile a lui, Fus sta iniziando a causare un po’ di problemi. È entrato nel Front National. Un gran casino, soprattutto quando finisce in prigione accusato di aver ucciso un ragazzo di idee politiche opposte che prima lo aveva picchiato. In libreria per Mondadori, con la traduzione di Elena Cappellini.
La tua faccia ci appartiene – Kashmir Hill
Dal catalogo di Orville Press arriva un libro che piacerà a chi si appassiona con i dibattiti su intelligenza artificiale e futuro della tecnologia: La tua faccia ci appartiene di Kashmir Hill (tradotto da Vittoria Parodi) ha il gusto del thriller distopico e complottista caro ai fan di Black Mirror e simili. L’autrice scava nella storia dell’oscura startup Clearview AI, e del suo misterioso fondatore Ton-That, in una precisissima ricostruzione – che a leggerla sembrerebbe un romanzo, se non fosse vera – e analisi sul controverso rapporto tra uomo e progresso tecnologico.
Sequestro alla milanese – Piero Colaprico
Tutti conosciamo Tangentopoli. Non tutti sappiamo che a coniare il termine fu Piero Colaprico, giornalista di cronaca nera che su consiglio del collega Oreste Del Buono negli anni ’90 decise di lanciarsi anche nella scrittura di romanzi. Baldini + Castoldi ha deciso di ripubblicare il suo Sequestro alla milanese, che torna proprio nella Milano del 1992, subito prima che il sistema della Prima Repubblica crollasse per Tangentopoli. Qui si parte dal rapimento del figlio dell’assessore Marino Malesci per immergersi nel mondo della malavita del capoluogo lombardo, speculare a quello della politica arrogante e corrotta.
Giacomo Cadeddu
Il link alla segnalazione sul Corriere della Sera: https://bitly.ws/3cekU